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Categoria: Dibattiti e opinioni
Creato Lunedì, 01 Aprile 2019

Gente con cappucci bianchiA proposito di un volantino leghista, di Luciano Nicolini (n°222)

In vista dell’8 marzo, a Crotone, la Lega per Salvini ha diffuso uno scritto giustamente condannato da tutti i più influenti opinionisti italiani. Che però l’hanno sottovalutato

Scrive, ad esempio, Massimo Gramellini (sul “Corriere” del 7 marzo): 

«Ragionavo poco fa con Barbablù e Conan il Barbaro sul manifesto che i giovani leghisti di Crotone “per Salvini premier” hanno dedicato alle donne-fattrici, in vista dell’otto marzo. Barbablù lo trovava maschilista, mentre a Conan sembrava un reperto dell’età della pietra. Persino Torquemada, a nome dei giovani inquisitori di Siviglia “per Salvini premier”, ha bollato il riferimento al “ruolo naturale della donna volta alla promozione della vita e alla famiglia” come un pericoloso ritorno al Medioevo. Quanto alla idea, espressa nel manifesto, che la “missione sociale” delle donne consista nel garantire “la sopravvivenza della Nazione”, cioè nel restare in casa a fare figli, ha incontrato la vibrante opposizione di Goebbels». 

E via di questo passo, in un corsivo intitolato, non a caso, “Adamo e Medio Eva”…

Insomma, Gramellini, e con lui numerosi altri opinionisti che si sono espressi sul tema, sembra sostenere che Salvini, nel suo reclutare reazionari di ogni genere, è incappato in un gruppetto di imbecilli che gli ha fatto fare, proprio alla vigilia dell’otto marzo, una figura barbina.

Temo che le cose non stiano così. Proviamo a leggere, per intero, lo scandaloso volantino:

«8 marzo: Chi offende la dignità della donna?

Chi sostiene una cultura e promuove iniziative favorevoli alla vergognosa e ignominiosa pratica dell’utero in affitto; 

chi sostiene proposte di legge (anche a livello regionale) che tendono a imporre la neo-lingua che sostituisce i termini “mamma e papà” con “genitore 1 e genitore 2”;

chi ritiene che la donna abbia bisogno di “quote rosa” per dimostrare il proprio valore;

chi sostiene una cultura politica che rivendica una sempre più marcata e assoluta autodeterminazione della donna che suscita un atteggiamento rancoroso nei confronti dell’uomo;

chi contrasta culturalmente il ruolo naturale della donna volto alla promozione e al sostegno della vita e della famiglia;

chi strumentalizza la donna, come anche i migranti e i gay per finalità meramente ideologiche al solo scopo di fare la “rivoluzione” e rendere sempre più fluida e priva di riferimenti certi la società.

La Lega Salvini Premier di Crotone è convinta che la donna ha una grande missione sociale da compiere per il futuro e la sopravvivenza della nostra nazione, non sia, pertanto, mortificata la sua dignità da leggi e atteggiamenti che ne degradano e ne inficiano il suo infungibile ruolo».

Quindi: circa la pratica dell’utero in affitto  (che mi vede, in prima approssimazione, favorevole), si tratta di una pratica assai discutibile e condannata, tra l’altro, anche da molte femministe; circa la sostituzione dei termini tradizionali con “genitore 1 e genitore 2”(che appare logica, dal momento in cui si stabilisce che un figlio possa avere  due “genitori” dello stesso sesso), confesso che anche a me ha fatto un po’ sorridere, la prima volta che ne ho sentito parlare (“genitore” significa “colui che ha generato”); circa le “quote rosa”, mi trovo ahimè d’accordo, e credo di non essere il solo, con i leghisti crotonesi (perché, allora, non fare “quote rosse” per i proletari e “quote arcobaleno” per gli immigrati? E come la mettiamo con chi non rientra in tali classificazioni?).

Fino a qui, dunque, il volantino non contiene nulla di particolarmente medievale.

Il punto che fa saltare sulla sedia un libertario come me è il successivo, dove ci si scaglia contro “chi sostiene una cultura politica che rivendica una sempre più marcata e assoluta autodeterminazione della donna”: l’autodeterminazione (e non solo quella della donna), deve, per un libertario,  essere assoluta!

Ma siamo sicuri che tutti la pensino così? Io credo piuttosto che molti tra i lettori (e le lettrici) di Gramellini trovino normale che l’autodeterminazione abbia dei limiti e provino antipatia per chi “suscita un atteggiamento rancoroso nei confronti dell’uomo” (inteso come maschio).

Ecco allora che, arrivato a questo punto del volantino, il lettore di Gramellini, e ancor più chi i giornali non li legge proprio, è pronto a digerire la successiva affermazione circa “il ruolo naturale della donna volto alla promozione e al sostegno della vita e della famiglia”.

Del resto non lo diceva anche Pierre Clastres, autore apprezzato da molti anarchici, che la donna è “un essere per la vita”? 

Beh – mi si dirà - una cosa è “un essere per la vita”, tutt’altra cosa “un essere per la famiglia”…

Ma, l’italiano medio (che, sia maschio o sia femmina, di mestiere non fa l’antropologo) ha chiara la differenza?Temo di no. 

Temo anche che provi antipatia per chi “strumentalizza la donna”, sia alla ricerca di “riferimenti certi” e, pur non essendo del tutto “convinto che la donna abbia una grande missione sociale da compiere per il futuro e la sopravvivenza della nostra nazione”, non gli dia particolarmente fastidio sentirlo affermare.

In altre parole, lungi dal costituire una scivolata su di un’inaspettata buccia di banana, il volantino in questione mi sembra essere abbastanza ben costruito allo scopo di far passare, partendo dalla messa in discussione di cose che sono effettivamente discutibili, un messaggio pesantemente reazionario.

Chi ci tiene all’autodeterminazione della donna (e non solo di essa) farebbe bene a non sottovalutarlo.