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Categoria: Economia e finanza
Creato Lunedì, 03 Aprile 2006

Usa, aumenta il costo del denaro, redazionale (n°77)

Il FOMC, comitato per la politica monetaria della banca centrale statunitense, ha dato il via a un ulteriore aumento del costo del denaro.

Il tasso sui Fed fund, che era all’1% meno di due anni fa, è stato portato a 4,75%. La cosa era prevista: nel 2006 è atteso un nuovo passivo record nel saldo degli scambi con l’estero e questo, insieme al deficit del bilancio federale, necessita di finanziamenti che possono arrivare soltanto tenendo alti i tassi di interesse. Ovviamente gli alti tassi ostacolano l’industria USA, ma questo non sembra preoccupare il governo, convinto che i settori ad alta tecnologia sui quali hanno puntato gli Stati Uniti siano una garanzia per il futuro.

Il prezzo del petrolio (che nel dicembre 2003 costava trenta dollari al barile) si mantiene elevato. Adnan Shihab-eldin, direttore della ricerca ed ex segretario generale dell’OPEC ha ridimensionato gli allarmi lanciati da chi ipotizza possa arrivare a cento dollari: “i fondamentali del mercato non giustificano un cifra simile”, ha detto. Nei prossimi due o tre anni, comunque, a suo parere, quel prezzo non scenderà mai sotto i cinquanta dollari (che non sono pochi).

La produzione industriale cinese, nel frattempo, aumenta (nel mese di febbraio è cresciuta del 20% rispetto all’anno precedente). Conseguentemente le riserve cinesi in valute estere  hanno raggiunto gli 853,7 miliardi di dollari USA. La Cina ha così superato il Giappone, diventando la nazione con le più ampie riserve

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