Guerra
Ad un anno dall’inizio della guerra in Ucraina: riempiamo le piazze contro la guerra e il militarismo, di Assemblea Antimilitarista (n°261)
Contro tutte le guerre, per un mondo senza eserciti e senza frontiere
Si è tenuta il 12 febbraio a Massenzatico, come preannunciato sullo scorso numero di Cenerentola, l’Assemblea Antimilitarista. Al termine è stato prodotto l’appello che qui riportiamo.
Mattarella smemorato, redazionale (n°258)
Ha detto Sergio Mattarella in occasione del 4 novembre, festa delle forze armate:
«Ci siamo abituati alla pace. L’Europa unita è stata per settant’anni l’antidoto più forte a egoismi e nazionalismi. Diverse generazioni sono nate e cresciute in un continente che sembrava aver cancellato non soltanto la parola guerra, ma anche persino la sua memoria.
Niente di nuovo sul fronte orientale? di Luciano Nicolini (n°256)
La guerra tra Ucraina e Russia continua. Gli Stati Uniti d’America la fomentano. L’Europa si adegua. Il resto del mondo prende le distanze.
In Italia si prevedono tempi duri per le classi subalterne.
La Russia e l’Ucraina
Il conflitto degenerato con l’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito russo continua, seminando morte e distruzione.
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Analisi sulla guerra in Ucraina, di Unione Sindacale Italiana, sezione di Ancona Gruppo Anarchico “Malatesta” di Ancona (n°254)
Per un contributo di classe fuori dalle narrazioni nazionaliste, atlantiste e putiniane
La guerra in corso non inizia nel febbraio del 2022 anche se la vasta e violenta iniziativa militare della Russia di Putin porta prepotentemente ora alla ribalta la “questione ucraina” con tutte le sue complessità che volutamente non vengono spiegate dagli apparati mediatici di entrambe le parti in causa (e di quelle che le sostengono) impegnate ad alimentare il conflitto.
Cattiva informazione e criminalizzazione del dissenso, di Luciano Nicolini (n°252)
“Credi a questa, che te ne racconto un’altra!”
Così si usa dire a Bologna, la città nella quale ha sede la nostra rivista, dopo essere riusciti a dare a bere a un amico una notizia del tutto inventata. La stessa frase potrebbe essere usata a proposito delle incredibili notizie diffuse in questi giorni in Italia dai mezzi di comunicazione di massa.
La guerra in Ucraina
Gran parte dei notiziari è occupata da articoli sulla guerra in corso in Ucraina. Una guerra che in data 15 marzo, a venti giorni dall’inizio dell’invasione russa, avrebbe causato, secondo l’ONU, 726 decessi tra i civili. Un numero enorme, che costituisce probabilmente una sottostima di quelli realmente avvenuti, ma non giustifica l’utilizzo del termine “genocidio del popolo ucraino”, usato con disinvoltura dalla propaganda bellica.
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Venti di guerra in Europa, di Luciano Nicolini (n°251)
Il rischio di conflitto nucleare è reale, la narrazione statunitense dubbia
Le disgrazie - dice un vecchio proverbio - non vengono mai da sole. Dopo la pandemia di covid-19: la guerra mondiale.
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In una delle province più povere d’Italia si fabbricano le bombe che colpiscono i più poveri del mondo arabo, Dora Palumbo (n°220)
Domusnovas, è un Comune dell’antica regione del Sulcis-Iglesiente situato nella parte sud-occidentale della Sardegna. Un tempo, la sua economia si basava soprattutto sull’industria mineraria, cominciata a metà del XIX secolo e conclusasi dopo un centinaio di anni, quando entrò in crisi a causa della diminuzione del prezzo dei metalli e dell’aumento del costo dell’estrazione.
Milano: “Guerra infinita e militarizzazione sociale” , di Luciano Nicolini (n°214)
Si è tenuto sabato 16 giugno a Milano, presso la Cooperativa Sociale di viale Monza 140, il convegno “Contro la guerra infinita e la militarizzazione sociale. Per un futuro senza eserciti”, cui hanno partecipato:
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Il confronto, di Toni Iero (n°213)
Già a partire dai primi numeri di Cenerentola, avevamo parlato del confronto, naturalmente in termini prospettici, tra la potenza dominante (gli Stati Uniti) e quella emergente (la Cina). A che punto siamo oggi, dopo oltre quindici anni da quelle riflessioni
L’evoluzione degli equilibri internazionali presenta, in questo momento, un quadro geopolitico molto frastagliato.
Libia: che cosa succede al “Corriere”? di Luciano Nicolini (n°189)
Sono solito ripetere, come una litania, che per capire la volontà di coloro che comandano in Italia occorre leggere gli editoriali del Corriere della sera. E non ho mancato di far notare come, da alcuni mesi a questa parte, tale giornale stia facendo propaganda a favore di un massiccio intervento delle truppe italiane in Libia.
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Propaganda bellica, di Luciano Nicolini (n°188)
«Divise hanno con frodi città, popoli e terre:
da ciò gli ingiusti odi che generan le guerre.
Noi che, seguendo il vero, gridiamo a tutti i cori
che patria è il mondo intero ci chiaman malfattori»
(da una canzone anarchica di fine Ottocento)
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Pane bianco e guerra sporca, di Luciano Nicolini (n°180)
Si usa dire che chi vuol capire dove andrà a parare il governo italiano deve leggere gli editoriali del Corriere della sera, quotidiano assai meno renziano di Repubblica, ma più vicino ai poteri forti che finora lo hanno sostenuto. In tale ottica va letto l’editoriale di Angelo Panebianco, pubblicato a cento anni dall’entrata in guerra dell’Italia nel primo conflitto mondiale e intitolato: “La lezione (rimossa) delle guerre”.
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Usa, Russia, Vicino Oriente, Libia redazionale (n°177)
“Chi ama la guerra non l’ha vista in faccia” (Erasmo da Rotterdam)
Il compito dell’editoriale, all’interno di una rivista politico-culturale, è in prima approssimazione quello di commentare gli avvenimenti politici e sociali che sono al centro dell’attenzione dei lettori. Talvolta si tratta di un compito semplice: sullo scorso numero di Cenerentola, redatto poco prima dell’elezione del presidente della Repubblica italiana, avanzavamo alcune ipotesi che si sono poi, sostanzialmente, verificate: scrivevamo infatti che “Matteo Renzi, come tutte le primedonne, desidererebbe avere al suo fianco una persona di scarsa levatura” mentre “i poteri forti, che di lui si fidano fino a un certo punto, preferirebbero invece un politico vero, come ad esempio Giuliano Amato, dimostratosi già in passato abile e fedele”.
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Vicino Oriente: discesa all’inferno, di Giorgio "Il Passatore" Franchi (n°176)
Più o meno tutte le previsioni da me fatte in questi anni sul Vicino Oriente si stanno avverando, ed è un male poiché significa che tutta l’area sarà investita da una serie di conflitti più o meno lunghi e dagli esiti sicuramente esiziali. La situazione oggettivamente caotica impone di trattare singolarmente gli stati che nei prossimi mesi, settimane o giorni potrebbero trovarsi a vivere l’incubo siriano in casa.
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