Irak, bombe a Serbala e Baghdad, redazionale (n°33)
Il 2 marzo c’è stato un ennesimo massacro.
Violente esplosioni hanno provocato quasi duecento morti all’interno della comunità sciita proprio nel giorno dell'ashura, che commemora l'uccisione in battaglia del nipote di Maometto, l'imam Hussein.
Il primo attacco si è verificato nella città santa di Kerbala, da giorni meta del pellegrinaggio di fedeli provenienti da tutto il paese. Contemporaneamente, a Baghdad, è stata colpita la folla raccolta intorno alla moschea dell'imam Mussa al Kazem e a Quetta, in Pakistan, un commando ha attaccato una processione sciita.
Per il governo degli Stati Uniti non ci sono dubbi: responsabile è al Qaeda, che però smentisce sdegnosamente.
Il leader spirituale sciita iracheno, l'ayatollah Ali al-Sistani, nell’invocare l’unità nazionale, ha invece accusato le forze di occupazione USA di aver fallito nel compito di rendere sicuro il paese. E il Consiglio governativo iracheno - dove siedono sciiti, sunniti e curdi - ha proclamato tre gorni di lutto.
Difficile capire chi ci sia veramente dietro agli attentati. Lecito chiedersi a chi giovano.