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Categoria: Cinema
Creato Sabato, 01 Gennaio 2011

Vallanzasca - gli angeli del male, recensione di Luca Baroncini (n° 131)

di M. Placido

con K. Rossi Stuart, F. Timi, P. Vega, M. Bleibtreu, F. Scianna, V. Solarino

Non facile, in Italia, produrre film tratti dalla realtà, quella che magari si vorrebbe soltanto dimenticare, soffermandosi, poi, più sulle ombre che sulle luci . Il film diretto da Michele Placido su Renato Vallanzasca è stato attaccato fin dalla fase progettuale, temendo la celebrazione del noto criminale che negli anni Settanta sconvolse il paese con i suoi ripetuti atti criminosi e le tante vittime lasciate lungo la strada. Invece Placido, già a suo agio con i fatti del Belpaese in “Romanzo criminale”, trova le corde giuste per raccontare l’uomo che si cela dietro al mito. Un uomo problematico, con una sua discutibile etica della delinquenza e un lato oscuro sicuramente più pronunciato della media. Un uomo anche affascinante e carismatico, pure simpatico. Chiarito il taglio rispettoso con cui il regista affronta il difficile personaggio, resta il film, che grazie a questo approccio problematico si mantiene in un tutt’altro che semplice equilibrio e fa della complessità la sua carta vincente. Grazie ai mezzi di una major (20th Century Fox), dopo i rifiuti delle tv generaliste, il film evita il minimalismo e si pone come opera in grado di varcare i confini nazionali, dall’impatto forte e coinvolgente. Scelta subito chiara nella composizione del cast, che alla meglio gioventù nostrana unisce la spagnola Paz Vega e il tedesco Moritz Bleibtreu. Azione e ritmo serrato non vanno a discapito dell’approfondimento, con la capacità della sceneggiatura di  dare adeguato risalto a bianchi e neri tenendosi ben lontana da ideologia e facili strumentalizzazioni. Stupefacente il lavoro di Kim Rossi Stuart sul personaggio, con una somiglianza che non diventa mai parodistica e una cura meticolosa della parlata milanese, accentuata ma mai caricaturale. Tra i pochi punti a sfavore, qualche eccesso seventy nei costumi, con la saltuaria sensazione di essere ospiti di un party vintage, e il sopra le righe di Filippo Timi, di sicuro parte del personaggio ma troppo sbracato per risultare sempre credibile. Dettagli, comunque, in un film potente che abbina con professionalità intrattenimento, Storia e storie.