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Categoria: Cinema
Creato Domenica, 01 Maggio 2011

Amici amanti e ..., recensione di Luca Baroncini (n°135) 

di I. Reitman

con N. Portman, A. Kutcher, K. Kline, C. Elwes

Possono un ragazzo e una ragazza intrattenere una relazione unicamente pornografica? Il cinema europeo l’ha scoperto da tempo. Tra i casi più incisivi degli ultimi anni l’intenso “Una relazione privata” di Frédéric Fonteyne (in originale proprio “Une Liaison pornographique”). Ma anche il cinema americano prova da un po’ a uscire dall’ipocrisia di rapporti in cui sesso, amore e matrimonio vanno di pari passo per mantenersi aggiornato al cambiamento di usi e costumi imposto dalla contemporaneità. Il recente “Tra le nuvole” di Jason Reitman, dove due impegnatissimi manager se la spassano quando riescono tra una trasferta di lavoro e l’altra, ne è un esempio riuscito.

Ivan Reitman, regista di grandi successi degli anni '80 e '90 (“Ghostbusters”, “I gemelli” e “Dave” tra gli altri), e padre del più sottile Jason di cui sopra, imbastisce una commedia romantica che solo in apparenza sovverte le regole del genere. Il soggetto intriga: lui e lei cominciano dal sesso, si impongono una serie di limiti e regole per vivere il loro rapporto con distacco razionale, ma l’amore ci mette lo zampino. Lo svolgimento, però, inciampa in luoghi comuni e banalità. Non è tanto il lieto fine forzato a non convincere (dando poi per scontato che un finale in cui sesso e amore non si compenetrano non sia lieto), quanto il brusco cambio di rotta rispetto alle premesse senza l’appoggio di una sceneggiatura che motivi a dovere le scelte dei personaggi.

L’incedere è incapace di prendere una direzione precisa e lo stile anonimo si limita a compiacere le presunte aspettative del pubblico. Confondendo pure le carte, poi, spacciando infatti una pura chimica sessuale per amicizia che poi si evolve in amore. I due protagonisti invece, almeno stando a quanto di loro viene mostrato, non sono mai amici e non condividono alcunché se non il proprio corpo. Il film, però, non appoggia il loro libero arbitrio, comunque dispari (lui è molto più tradizionalista di lei), ma si preoccupa unicamente di addobbarlo con un sentimentalismo dei più triti. Dando tra l’altro l’idea che il rapporto di coppia sia di una noia infinita. Se a questo si aggiunge che come commedia la butta sul volgare e non strappa alcuna risata (dovremmo sbellicarci perché la ex-fidanzata di lui cade tra le braccia del di lui padre, ex-stella del cinema in cerca di conferme? o perché due amiche si lanciano in effusioni saffiche mentre il lui della situazione rimane terzo incomodo?), il fallimento complessivo dell’operazione è evidente. Dispiace vedere coinvolta in un progetto così grossolano un’attrice brava come Natalie Portman.