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Categoria: Cinema
Creato Giovedì, 01 Settembre 2011

Le amiche della sposa, recensione di Luca Baroncini (n°138)    

di P. Feig 

con K. Wiig, M.a Rudolph, R. Byrne, W. McLendon-Covey, M. McCarthy, E. Kemper, J. Clayburgh

La damigella d’onore è la ragazza che sostiene la sposa nel “gravoso” cammino verso le nozze. In America, stando al numero di commedie a tema che ci viene propinato, pare proprio un’ossessione. Si accede quindi maldisposti a questo grande e inaspettato successo d’oltreoceano, cresciuto nell’interesse del pubblico grazie al passaparola. Invece è una piacevole sorpresa. Non tanto per il tema usurato, quanto per la capacità di dare vita a personaggi interessanti e credibili, a partire dalla protagonista. Non la solita smorfiosetta, ironica solo in apparenza e affamata di matrimonio, ma una ragazza come tante in cerca del proprio posto nel mondo. Ciò che colpisce, e favorisce l’empatia, è il suo essere caratterizzata non come eroina a tutto tondo, sempre (pro)positiva e senza ombre, ma come donna tutt’altro che perfetta provata da una quotidianità insoddisfacente: ama un uomo che la tratta male, tratta male un uomo che la ama, non riesce a conservare il posto di lavoro, perde la fiducia della migliore amica e ha un livello di autostima prossimo allo zero. Un mezzo disastro, insomma, ma essendo in una commedia tutto volge al sorriso, pur mantenendo un livello di problematicità di gran lunga superiore alla media del genere.

Uno degli aspetti più riusciti della regia di Paul Feig è che si prende il suo tempo. Siamo abituati a film dal ritmo frenetico in cui a dominare sono gag vuote di contenuto, finalizzate unicamente alla risata. Ne “Le amiche della sposa”, invece, le sequenze sono lunghe e approfondite e non si risolvono in una semplice battuta ad effetto. Si pensi alla sfida tra damigelle per conquistare il cuore dell’amica, o all’episodio ai limiti del grottesco sull’aereo, o alla dissacrante prova vestiti. Tutti momenti decisamente comici che concorrono, però, a formare un punto di vista preciso sugli eventi, attraverso una sceneggiatura (scritta da Annie Mumolo insieme alla luminosa protagonista Kristen Wiig) brillante e articolata.

Determinante il contributo del cast, quanto mai affiatato e complice. Tra i difetti, due damigelle lasciate in secondo piano rispetto alle altre e qualche concessione di troppo alla moda del momento: la volgarità triviale. Anche se questo aspetto contribuisce a deangelicalizzare la figura femminile, troppe volte vittima di stereotipi e sguardi maschilisti (“Ebbene sì, anche le donne fanno la cacca!” ha confidato Maya Rudolph, la promessa sposa del film, in un’intervista).