Scuola e università
La Resistenza, di Rino Ermini (n°212)
Vorrei spendere due parole sull’insegnamento che in qualsivoglia ordine di scuola, fatte salve le modalità più adatte all’età degli studenti che abbiamo di fronte, si può e si dovrebbe fare della storia della Resistenza al fascismo.
I debiti e i crediti, di Rino Ermini (n°209)
Per lungo tempo nella storia della scuola pubblica parole come azienda, debiti, crediti e mercato sono state sconosciute o quasi, a meno che non si trattasse di scuole dove era previsto l’insegnamento dell’economia. Negli ultimi decenni invece sono diventate le più usate.
L’insegnamento della religione cattolica, di Rino Ermini (n°207)
L’insegnamento della religione cattolica nella scuola pubblica dovrebbe scomparire perché in teoria saremmo in una società borghese laica con alle spalle i principi dell’Illuminismo. Ho detto “in teoria” perché nella pratica sappiamo bene quante e quali siano le contraddizioni, e soprattutto che cosa significhi avere il Vaticano in casa e chiese e preti capillarmente diffusi in ogni dove. Dovrebbe essere fuori discussione che questo insegnamento debba abolirsi; e nemmeno sostituito, come qualcuno talvolta va dicendo, dalla storia delle religioni: in primo luogo perché ci sarebbero ben altri insegnamenti più cogenti eventualmente da introdurre nei piani di studio; in secondo luogo per evitare che qualcuno fosse già pronto a trasformare l’insegnamento della storia delle religioni in religione; in terzo luogo perché qualunque cosa abbia a che fare con la religione sarebbe opportuno lasciarla fuori dall’istruzione pubblica.
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Scuola: alternanza scuola lavoro, di Rino Ermini (n°206)
Mi è successo spesso in passato di lamentare la mancanza di laboratori nelle scuole o la loro vetustà o il loro cattivo utilizzo. Direi ancora oggi le stesse cose, precisando però che gli studenti e le studentesse frequentanti le scuole di ogni ordine e grado non sarebbe strettamente necessario che potessero avvalersi di laboratori moderni e all’avanguardia.
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Scuola e consumo di sostanze, di Rino Ermini (n°205)
Un singolo insegnante o un consiglio di classe o un collegio dei docenti, in qualunque ordine di scuola, dalle elementari alle superiori, dovrebbero impostare il discorso educativo e didattico relativi al consumo di sostanze su alcuni punti cui accennerò poco più avanti.
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Scuola: la selezione, di Rino Ermini (n°201)
Venerdì 13 gennaio scorso il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera a 8 dei 9 decreti attuativi della cosiddetta “buona scuola”, ossia legge 107 del 13 luglio 2015. In quell’occasione si è anche parlato della selezione e pare che un ministro ne abbia proposto la pura e semplice abolizione almeno alle elementari.
La richiesta è stata respinta con le seguenti motivazioni: 1) tanto alle elementari non si boccia quasi più; 2) c’è sempre qualcuno che comunque si merita la bocciatura. Due motivazioni invero alquanto deboli cui è fin troppo facile ribattere: 1) se non si boccia praticamente più allora perché non abolirla? 2) l’esperienza, insigni pedagogisti, insegnanti, e perfino l’OCSE ci dicono che bocciare non serve perché tanto il bocciato non solo non recupera, ma in genere, a seguito della bocciatura, aggrava i propri problemi.
Scuola: verifiche e valutazioni, di Rino Ermini (n°196)
L’anno scolastico in corso, dopo la “riforma” della “buona scuola”, quella di Renzi e del ministro della pubblica istruzione signora Giannini, cioè della Confindustria e delle Banche, è iniziato a meraviglia; come iniziavano a meraviglia quelli di personaggi indimenticabili, quali la preistorica Falcucci e le più recenti Moratti e Gelmini. Certi nomi, sia detto per inciso e senza dimenticare quelli meno noti e più evanescenti che non so nemmeno se li abbiano annotati negli annali del Ministero, al solo pensarli fanno venire i brividi.
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Scuola: il preside manager, di Rino Ermini
Quali i reali obiettivi, già raggiunti, della promozione dei presidi a dirigenti?
Nella scuola si cominciò a parlare di “preside manager” già alla fine degli anni Ottanta del secolo scorso. Di questa idea erano entusiasti tutti, nei sindacati confederali come nello Snals, il sindacato autonomo, ma soprattutto nell’Anp, l’associazione di categoria, quella che oggi si chiama Associazione Nazionale Dirigenti e Alte Professionalità della Scuola.
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L’accoglienza e la “buona scuola”, di Rino Ermini (n°193)
Da molti anni nella scuola esiste la cosiddetta “accoglienza”, cioè una serie di attività di inizio anno scolastico volte ad “accogliere” i nuovi iscritti.
Dette attività possono essere di diversi tipi e variamente organizzate: si va da quelle che effettivamente mettono a loro agio i nuovi studenti e li avviano alla costruzione di un percorso positivo nella scuola che hanno scelto a quelle che devastano il nuovo arrivato facendogli subito capire come va il mondo e facendogli dire nel giro di due giorni “ma chi me l’ha fatto fare di venire in questa scuola?”.
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Nasce la Libera Associazione Rousseau (n°188)
Ci sono giunti il manifesto costitutivo e lo statuto dell’associazione che si è costituita dopo che la cooperativa Rousseau, che ha svolto la sua attività per molti anni, ha dovuto chiudere per fallimento.
Assurdità reazionarie, di Luciano Nicolini (n°185)
(Non diamo alla scuola italiana colpe che non ha)
Non è la prima volta che contesto le opinioni di Ernesto Galli Della Loggia. Lo ho già fatto, recentemente, sul numero 181 di Cenerentola. Ma una cosa è mettere in dubbio opinioni discutibili, altra dover constatare come questo ex “uomo di sinistra” sia diventato apertamente reazionario.
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La scuola libertaria, di Rino Ermini (n°168)
Come difendere la scuola pubblica (Cenerentola, n.1 del 7 ottobre 2002)
Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, questo contributo di Rino Ermini sulla scuola libertaria.
Nel leggerlo, abbiamo notato una singolare consonanza con un articolo (che di seguito riportiamo) scritto dodici anni fa da Luciano Nicolini e pubblicato sul primo numero di Cenerentola.
La cultura come generatore di uguaglianza, di Toni Iero (n°151)
L’inneffabile ex ministro dell’Economia, Tremonti, affermò che “la cultura non si mangia” per giustificare gli ennesimi tagli alla spesa pubblica. Sembrerebbe un’affermazione condivisibile in un momento in cui l’urgenza di risparmiare su tutto spinge a salvare solo le spese indispensabili per la sopravvivenza. Peccato che la situazione disperata in cui è caduta l’Italia derivi proprio dal non aver mai investito seriamente in cultura!
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Contro i tagli nella scuola (n°127)
Qualcosa comincia a muoversi nel mondo della scuola: gruppi di insegnanti si stanno organizzando per contrastare i tagli voluti dal ministro Gelmini.