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Categoria: Storia e personaggi
Creato Mercoledì, 01 Marzo 2023

 

bandieraL’Aria che tira, Roberto Zani (n°261)

Cronaca di un tragicomico attacco all’archivio storico della Federazione Anarchica Italiana

A fine gennaio infuria una polemica tra i parlamentari del Pd e due esponenti di Fratelli d’Italia, Donzelli e Delmastro, sul “caso Cospito”. Viene chiamata in causa la premier Meloni, che non perde l’occasione per lanciare un appello: «I partiti non devono dividersi di fronte al pericolo anarchico che incombe sull’Italia». La dichiarazione è sintetizzata su alcuni media con uno slogan di sicuro effetto: «tutti uniti contro il terrorismo».

Passano pochi giorni e su “L’aria che tira” - programma televisivo mattutino di La7 in cui intervengono per lo più esponenti politici - il solerte Federico Mollicone trova il modo di attuare le direttive del suo capo partito nonché Presidente del Consiglio. Mollicone è presidente della commissione Cultura della Camera e lancia un duro attacco: «Ci sono alcuni ambienti dello Stato che tollerano eccessivamente gli anarchici. Per esempio a Imola esiste un Archivio Storico della Fai il cui patrimonio documentale è stato dichiarato nel 2010 di particolare interesse storico dalla Direzione regionale per  beni culturali e paesaggistici dell’Emilia-Romagna. Farò fare una verifica al Ministero della Cultura». I due esponenti Dem presenti in trasmissione non fanno una piega, dichiarandosi totalmente estranei agli anarchici. 

 «Nel 2010 Cospito era ancora in piena attività. Del resto – continua Mollicone dall’alto del suo incarico istituzionale – i contenuti illegali di questo archivio appaiono chiaramente anche dai collegamenti presenti sul suo sito internet». A dire la verità, sul sito internet dell’Asfai compaiono in bella mostra i link a Umanità Nova, alla Fai, all’Ifa, all’Usi-Cit, alla Fdca e così via. Manca il link al sito di questa rivista, forse perchè non abbastanza “istituzionale” per gli archivisti della Federazione Anarchica Italiana...

Mollicone posta sulla sua pagina facebook la registrazione della puntata, aggiungendo un commento ancor più minaccioso: “Chiederò una verifica sui contenuti al Ministro Piantedosi per valutare se ci sono testi inneggianti all’omicidio o al terrorismo». 

Gli archivisti della Fai restano interdetti di fronte alla violenza di tale attacco: si tratta di una cosa seria, e quindi di una svolta repressiva nella lotta agli anarchici che lo Stato ha esercitato anche in altri momenti della storia italiana, oppure di una buffonata?

Risponde subito con un suo comunicato il Centro Studi Libertari - Archivio Pinelli di Milano, sentendosi chiamato in causa: «Mollicone è troppo ignorante per individuare altri archivi anarchici e libertari, perciò se la prende con quello della Fai». Oltre a combattere l’assioma «anarchico uguale a terrorista» il comunicato entra nello specifico: «Bisognerebbe dare alle fiamme testi e documenti che parlano di pratiche e idee violente? E che ne facciamo allora degli archivi di storia militare? […] Quella annunciata è un’eccezione per gli anarchici o si allarga a tutte le “forze antisistema”? Perché, in questo secondo caso, che si dovrebbe fare con gli istituti che si occupano di storia del fascismo?».

Il comunicato ha larga diffusione, in pochi giorni insorgono alcuni giornali di opposizione come Il Fatto Quotidiano, il Manifesto e persino Repubblica. Generalmente i giornalisti fanno notare che Mollicone confonde la Federazione Anarchica Italiana con quella Informale e le considera come se fossero un’unica organizzazione. Il suo è un gioco sporco, ma forse un po’ ci è e un po’ ci fa...

Infine arriva anche il comunicato dell’Associazione Nazionale Archivistica Italiana (ANAI) a chiudere il discorso. Nel comunicato si legge tra l’altro: «La dichiarazione di interesse storico è il riconoscimento, da parte del Ministero della cultura, del fatto che i documenti di un determinato archivio, prescindendo  totalmente  dalla  posizione che in essi viene espressa, sono utili per la ricerca storica e, più in generale, per la cultura del nostro Paese. […] A tal fine, accade che vengano emanate dichiarazioni relative ad archivi i cui documenti giungono ad anni relativamente recenti: così ad esempio per gli archivi del Movimento sociale italiano, del Partito della Rifondazione comunista, del Partito radicale, o per quello di Pino Rauti, dei quali è stato riconosciuto l’interesse culturale particolarmente importante. Solo la disponibilità e lo studio dei documenti consentono, infatti, di ricostruire periodi, anche oscuri, della storia». 

E, relativamente all’Archivio della Fai, conclude: «Ci sembra del tutto evidente che nessuna considerazione relativa all’attività politica contingente debba inficiare la valutazione esclusivamente culturale della documentazione di interesse storico, come pure non sia utile invocare ispezioni da parte del Ministero dell’interno (non competente in materia di archivi storici dal 1975, se non per la eventuale riservatezza dei documenti) per archivi in cui si immaginano documenti inneggianti all’omicidio o al terrorismo che, nel caso di cui parliamo, sarebbero in gran parte relativi al secolo scorso». 

Mollicone si dichiara stupito del clamore suscitato per aver chiesto di inviare degli ispettori all’Asfai ma, almeno dal punto di vista del diritto, ha sbagliato tutto. Del resto, buona parte della sua notorietà in campo politico-culturale la deve a un altro intervento sgangherato: quello contro Peppa Pig rea di avere due mamme (i famigerati genitore 1 e genitore 2)... Possiamo quindi annoverare i suoi attacchi tra quelle proposte palesemente in contrasto con un ordinamento democratico che, ogni tanto, “sfuggono” a un partito dalle tradizioni illiberali come FdI (tra cui il decreto “antirave” divenuto contro gli asssembramenti oltre le 50 persone, l’educazione all’uso delle armi nelle scuole ecc..). Tuttavia dobbiamo restare consapevoli che in un paese come l’Italia anche il “diritto della Forza” ha avuto e continuerà ad avere una sua importanza, specie con questo governo. Così a noi sono venuti in mente alcuni versi di una vecchia canzone di Guccini:

 «Ma adesso avete voi il potere; 

adesso avete voi supremazia,

diritto e polizia,

gli dei, i comandamenti ed il dovere, 

purtroppo non so come siete in tanti, 

e molti qui davanti

ignorano quel tarlo mai sincero

che chiamano “pensiero”.

 

Però non siate preoccupati: 

noi siamo gente che finisce male: 

galera od ospedale.

Gli anarchici li han sempre bastonati, 

e il libertario è sempre controllato 

dal clero, dallo Stato.

Non scampa, fra chi veste da parata, 

chi veste una risata».