Alcuni articoli del numero 255 di Cenerentola
La fiducia è una cosa seria, di Luciano Nicolini
Considerazioni sul rapporto tra cittadini e istituzioni in Italia
“La fiducia è una cosa seria, che si dà alle cose serie” diceva, mezzo secolo fa, la pubblicità televisiva di non ricordo più quale formaggino. Avendo fisso in mente questo slogan (potenza della pubblicità!) ho letto il comunicato ISTAT del 16 maggio 2022 dedicato alla fiducia nelle istituzioni della Repubblica italiana.
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I nuovi Paperoni sono i servi dei padroni, redazionale
Secondo un recentissimo studio dell’Institute for Policy Studies, negli USA un amministratore delegato guadagna in media 670 volte in più di un suo dipendente, in aumento rispetto alle 640 volte del 2020.
Lo si apprende da un articolo di Mauro Del Corno pubblicato su Il fatto quotidiano del 7 giugno.
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Andrea Babini: Tra anarchia e cristianesimo
La rivista D.M.C.D./CR.AN. e il movimento cristiano-anarchico
Editore: La Mongolfiera
«Fra le tante domande che il variegato mondo dell’anarchismo si è posto (ma che probabilmente ha smesso di porsi da tempo) c’è anche quella relativa alla coesistenza con il cristianesimo. Che in sé è una domanda piuttosto semplice e scontata, visto l’ambiente culturale in cui gli anarchici si sono trovati a operare da un paio di secoli a questa parte, mentre la risposta invece non lo è affatto. Perché se è vero che il 99% degli anarchici hanno escluso tale relazione, sia in termini di principio che a livello “operativo”, il rimanente 1% ha affrontato, e affronta, la questione in maniera più articolata. E il motivo principale – lo dico anche per esperienza personale, diretta e indiretta – è perché la fede cristiana (declinata perlopiù sottoforma di confessione cattolica) fa o ha fatto parte della propria esperienza di vita, e ad essa si è o si è stati convintamente legati; di conseguenza, anche il “credo” politico non può rimanerne indifferente.
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Il meglio della stagione cinematografica 2021-22, di Luca Baroncini
È stata una stagione di film belli ma poco visti o, perlomeno, non visti nella loro dimensione naturale, cioè la sala cinematografica. Si produce sempre di più, i nostri occhi sono affamati di storie in cui perdersi, ma il cinema, inteso come luogo in cui vedere film senza distrazioni su uno schermo il più grande possibile, dopo il covid e una politica istituzionale poco lungimirante, sta faticando molto per riportarsi al centro dell’interesse del pubblico, sempre più distratto da mille sollecitazioni e scorciatoie.
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Kurdbûn -Essere curdo, recensione di Luca Baroncini
di Fariborz Kamkari
Tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017 la giornalista curda Berfin Kar e il suo cameraman restano intrappolati in un assedio punitivo non annunciato da parte dell’esercito turco a Cizre, città a maggioranza curda nel sud-est della Turchia. I due inviati si trovano così a poter documentare per 79 giorni l’invasione dell’esercito e dei carri armati turchi costruendo una sorta di diario visivo; un punto di vista interno, senza filtri, in grado di mostrare i bombardamenti, lo sterminio dei civili, la disperazione degli abitanti e la loro resistenza in un quotidiano improntato alla violenza e alla sopraffazione.
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