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Categoria: Autogestione
Creato Lunedì, 03 Maggio 2004

Il progetto libertario Flores Magon incontra la FAU e la cooperativa Cafè Libertad di Amburgo (n°36)

Nel mese di marzo 2004 alcuni compagni che partecipano al Progetto Libertario Flores Magon si sono recati in diverse città della Germania per tenere alcuni incontri pubblici con compagni del movimento libertario tedesco e dell'organizzazione anarco-sindacalista FAU-IAA, interessati alle attività di solidarismo internazionale che da diversi anni il Progetto Flores Magon svolge in Chiapas nei territori indigeni autonomi.

Gli incontri, organizzati dalla segreteria internazionale dell’ IAA e dalle sezioni locali di Amburgo, Berlino, Lipsia e Muunster, sono stati un'occasione di riflessione e di confronto sui recenti sviluppi dei municipi autonomi del Chiapas e sulle situazioni del movimento libertario ed anarcosindacalista in Italia e in Germania, rispetto alla guerra, alle lotte sindacali, alla privatizzazioni e alle nuove forme di lavoro precario introdotte dalla legge Biagi in Italia e dalla legge Hartz in Germania.

In Germania, come in Italia, ci riferiscono i compagni tedeschi che l'informazione istituzionale è reticente e refrattaria, per quanto concerne la complessa situazione del movimento di liberazione nazionale zapatista e il contesto socio-economico del Chiapas. Per questo anch'essi sentono l'esigenza di fare controinformazione e diffondere attraverso incontri pubblici il maggior numero di informazioni possibili sulla situazione in Chiapas che i mezzi istituzionali tralasciano, soprattutto ora dove, attraverso l'insediamento di organi di autogoverno (le Giunte di Buon Governo) nell’estate 2003, gli indigeni continuano la resistenza contro il Governo messicano per il diritto alla terra e alla libera autodeterminazione.

Eppure non si può dire che la situazione socio-economica del Chiapas sia aliena agli interessi dell'Unione Europea.

Facciamo qualche esempio. Appena lo scorso gennaio, l'UE ha stanziato un fondo di 15 milioni di euro, volto ad "appoggiare gli sforzi del Governo del Chiapas per combattere la povertà e contribuire a rafforzare le azioni di conservazione della risorse naturali della Selva Lacandona". Tale azione rientra nell’ambito dell’Accordo di Associazione Economica, Concertazione Politica e Cooperazione in vigore tra la UE ed il Messico dal 1 di ottobre del 2000. Il progetto, della durata di 4 anni, si chiamerà "Sviluppo sociale integrato e sostenibile, Chiapas, Messico".

Varie associazioni chiapaneche hanno espresso in un comunicato stampa la propria preoccupazione al riguardo: "Con la firma dell’accordo con l’Unione Europea, che attraverso la agenzia pubblica tedesca GTZ già partecipava al progetto del Corridoio Biologico Mesoamericano, il circolo degli interessi internazionali sulla mega-conca dell’Usumacinta si chiude e si divide tra i due colossi". Gli Stati Uniti da un lato. L’Unione Europea dall’altro.

Per chi non lo sapesse, il Corridoio Biologico Mesoamericano (CBM) è ufficialmente una iniziativa di cooperazione tra i 7 paesi centroamericani e gli stati del sud-est del Messico (fra cui il Chiapas e la zona della Selva Lacandona e dei Montes Azules) per concertare e portare avanti in modo coordinato un insieme di attività dirette alla conservazione biologica ed alla promozione dello sviluppo umano sostenibile nei loro territori. L’aspetto senz’altro più interessante del CBM è quello dedicato allo Sviluppo Sostenibile, ambito all’interno del quale si pensa di finanziare progetti per: (1) mantenere la biodiversità; (2) restaurare la biodiversità; (3) promuovere progetti produttivi di tipo ecologico e (4) studi di commercializzazione. In realtà diverse organizzazioni e centri di studio hanno denunciato i veri interessi che sottendono tali progetti, volti da un lato a brevettare e privatizzare le ricchezze della regione, le piante e gli animali che gli indigeni hanno utilizzato nei propri riti e nella propria vita quotidiana per migliaia di anni, e dall'altro a creare strutture alberghiere e installazioni eco-turistiche all'interno di questa zona protetta.

E' questo dunque lo Sviluppo sostenibile che anche la Ue ha deciso di appoggiare in Chiapas? Sembra, ai nostri occhi, un favore alle imprese del settore delle biotecnologie (tanto nazionali, Gruppo PULSAR, come internazionali, MONSANTO e NOVARTIS) più che un piano studiato a difesa delle ricchezze della nazione messicana.

In questo panorama, si inserisce una nuova ondata della politica del governo messicano fatta di sgomberi violenti, accompagnati molto spesso da incursioni di bande paramilitari, fomentando divisioni e rivalità, così da avere pretesti per intervenire militarmente al fine di… "preservare la Riserva della Biosfera dai gravi danni che le comunità che illegalmente vi si sono stabilite provocano all’ambiente". Nel mese di gennaio 2004 è stata sgomberata la comunità di Nuevo San Rafael, nella regione dei Montes Azules, formata da desplazados del Municipio di Sabanilla, obbligati a fuggire dalla comunità de El Calvario a causa della violenza politica e paramilitare di Paz y Justicia.

Perciò avevano formato Nuevo San Rafael, da cui sono stati recentemente sgomberati da corpi della polizia federale e della Sicurezza che chiedono che essi rientrino nella comunità d’origine in una zona ove però si sta riattivando il gruppo paramilitare di Paz y Justicia che l’8 dicembre 2003 ha attaccato e distrutto – nella comunità di Union Hidalgo – la cooperativa e la casa di salute delle basi d’appoggio zapatiste.

Si tratta di mistificazioni, create ad arte per consentire la colonizzazione dei territori della Selva Lacandona e dei Montes Azules da parte di multinazionali, in spregio ancora una volta ai diritti dei popoli indigeni alla conservazione sfruttamento delle terre su cui da sempre vivono.

Per questo l'appoggio all'autonomia zapatista, che giorno per giorno i ribelli indigeni costruiscono dal basso, senza aspettare il riconoscimento formale e giuridico dei loro diritti e delle loro istituzioni che mai arriverà, rappresenta un modo concreto di opporsi alla violenta aggressione neoliberista e dunque una scelta politica alternativa al potere.

Dall'incontro coi compagni tedeschi, è nata una cooperazione su vari fronti: diversi medici e infermieri tedeschi si sono detti interessati a partecipare al Progetto Libertario Flores Magon per recarsi nelle cliniche autonome del Chiapas; abbiamo avuto occasione di conoscere meglio la cooperativa libertaria "Cafè Libertad" di Amburgo, che organizza l’importazione e la distribuzione del caffè biologico prodotto dalle comunità zapatiste, facendo solidarietà politica nell’appoggiare le comunità indigene nella loro lotta per l’autodeterminazione, dignità e giustizia rafforzando la costruzione di un’alternativa economica che si basi sull’esperienza indigena, sulla democrazia diretta, l’autogestione e l’autoresponsabilità.

Il caffè proviene dalla regione di Oventic (Los Altos) nell’altopiano del Chiapas ed è prodotto dalla cooperativa di Mut Vitz, nata dall’unione di circa 800 famiglie di contadini di lingua tzotzil, dislocata in 24 comunità di 6 province autonome nella regione a nord di San Cristobal.

Il caffè è biologico ed è di tipo arabico, viene coltivato naturalmente secondo metodi tradizionali, non in piantagioni, ma ancora all’ombra di alberi e poi raccolto e sgusciato a mano e messo ad essiccare al sole. E’ disponile in confezioni sottovuoto di 250 gr., in due diverse qualità, durito o soave, al prezzo di 3 euro e si può richiedere all’USI di Milano.

Dopo gli incontri pubblici che si tenevano nelle sedi della FAU e centri culturali libertari, il dibattito e il confronto sulle esperienze di lotte sindacali e scioperi generali contro la guerra proseguivano fino a tarda notte nelle varie birrerie e case occupate, rilasciando una lunga intervista che uscirà sul prossimo numero di Direct aktion (giornale anarcosindacalista della FAU) ed altre sul Chiapas che sono già inserite sul sito del Cafè Libertad di Amburgo.

Di ritorno dal tour in Germania abbiamo appreso che l’assemblea della cooperativa del Cafè Libertad di Amburgo ha deciso di devolvere come sottoscrizione parte degli utili della vendita del caffè al progetto Flores Magon, che si aggirano sui 2.000 Euro, impegnandosi a finanziare con ulteriori 4.000 Euro il progetto dentistico che vedrà la sua messa in cantiere in autunno prossimo e che avrà durata di un anno e alla cui realizzazione pensiamo dovrebbero contribuire tutti i compagni dell’Unione Sindacale Italiana e tutti coloro che, libertari e non, credono in questo intervento di solidarietà internazionale (avremo cura, a progetto ultimato, di farlo pervenire a più persone e situazioni possibili).

Milano 20 aprile 2004

Progetto Libertario Flores Magon

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