La Asemblearia: un’esperienza di vita e di lotta, di Nerio Casoni (n°38)
Il fallimento delle teorie neoliberiste, o meglio post capitaliste, che hanno pervaso il continente sudamericano in questi anni ne sta a dimostrare la veridicità. Nulla di più infausto e tremendo ha coinvolto ampi strati della popolazione, e non solo il proletariato ma a diversi livelli anche la classe media hanno assaporato cosa significano capitalismo e neoliberismo. Perdita del benessere acquisito, abbandono del concetto del tranquillo vivere piccolo borghese, perdita della casa a fronte dell’impossibilità di onorare mutui contratti con istituti bancari che ti avevano precedentemente chiuso il conto, impossibilità di mandare i figli a scuola perché non hai i soldi per pagare nemmeno il biglietto del bus.
La realtà argentina potrebbe rappresentare un paradigma del nostro futuro e lungi da me il voler apparire come un’infausta cassandra ma i segnali ci sono, e tutti: il rastrellamento tramite il sistema borsistico dei risparmi di lavoratori e pensionati, il foraggiamento continuo con soldi pubblici di imprese private che poi ti ringraziano con licenziamenti e l’acuirsi di tensioni sociali, il permearti le menti con un nazionalismo che riesce a immolare sull’altare della patria anche chi si arruola in corpi estranei ad ogni regola e vincolo, insomma possiamo con tranquillità traguardare il futuro, certi di quello che ci aspetta: un’accentuazione della miseria socialmente diffusa, difficoltà su ogni fronte, dalla sicurezza sul lavoro, dalla sanità garantita, all’educazione, bisogna essere fiduciosi e guardare avanti.
Quella che citiamo è un’esperienza concreta che persone di diversa origine sociale e di diverse fedi politiche sono riuscite a realizzare nel contesto del disastro argentino; una piccola esperienza che riteniamo possa rappresentare un interessante esempio a cui rifarsi in una prospettiva che non vuole annichilirsi di fronte al montante assalto che il capitale finanziario, e non solo, sta portando alle condizioni di vita di ognuno di noi.
Si tratta di quanto realizzato da "la Asamblearia" una piccola ma razionale cooperativa che opera nel contesto di una Economia Solidaria che si prefigge di determinare nuovi vincoli e relazioni tra le persone in una prospettiva di superamento della situazione economica e sociale venutasi a determinare durante il default di quel paese.
Nei pressi della zona nord di Buenos Aires partecipanti dell’Assemblea del quartiere Nunez e la Assemblea Popolare di Nunez Saavdra, hanno costituito legalmente nel marzo 2003 "La Asamblearia" Cooperativa di Alimentazione, Credito e Consumo, aperta a tutti coloro che credono nel suo principio costitutivo: promuovere lo sviluppo di un’ampia rete di Economia Solidaria che renda possibile la ricostruzione di relazioni sociali alternative a quelle che impone il capitalismo neoliberale, approvando e condividendo le esperienze di auto organizzazione sociale maturate dall’esperienza del movimento delle assemblee; il vincolo tra gli attori del nuovo movimento sociale è profondo, fondato sulla resistenza alla catastrofe economica e sociale, vincolo che si potenziò a partire dal 19-20 dicembre 2001.
La Asamblearia si propone di distribuire e commercializzare prodotti e servizi che siano autogestiti dai diversi attori della Economia Solidaria, procurando "l’incontro" con il consumatore responsabile, vendendo e commercializzando prodotti dell’economia sociale, realizzati nelle fabbriche recuperate, attività autogestite e movimento dei contadini.
Il punto di incontro è l’intento, per la prima volta in Buenos Aires, di installare il concetto di un prezzo giusto, nel quale si cristallizza una relazione che trascende la compravendita e suppone un interscambio sociale in cui determinante è il valore del lavoro incorporato.
A differenza della eterogestione, il capitalista ordina e il lavoratore si subordina, nelle diverse forme autogestionarie sono sempre il lavoro e i lavoratori che determinano le forme e gli obiettivi dell’attività economica.
La Cooperativa La Asamblearia favorisce il produrre, distribuire, commercializzare e promuovere il consumo di beni e servizi autogestiti nelle diverse forme che adotta oggi il popolo argentino: empresas recuperadas (interessantissima esperienza che verrà nei prossimi numeri di Cenerentola affrontata), imprese fallite, movimenti di campesinos autonomi che producono in modo tradizionale all’interno del paese, cooperative di piccoli produttori agricoli, apicultori che operano nel suburbano boanariense producendo con criteri agroecologici in base a principi di "socio emprendimientos comunitarios", associazioni nate nel corso del movimento sociale che ha attraversato l’Argentina negli anni 2000/ 2001/2002.
Il tutto mediante un’ampia rete orizzontale che sancisce con il suo funzionamento una sorta di certificazione dei processi. Si garantisce che i suddetti prodotti sono coerenti con il criterio di qualità che presuppone il concetto di Economia Solidaria: (il proprio obiettivo è il proprio metodo) con la garanzia che non solo siano prodotti salubri, ma anche liberi da contaminazioni, e soprattutto realizzati in condizioni di lavoro dignitose, superando lo sfruttamento del lavoro umano.
Questi prodotti "autogestionari" si incontrano con consumatori responsabili, che esercitano la loro autonomia politica nello scegliere prodotti con questo valore aggiunto addizionale, considerando necessario e possibile rompere con l’attitudine passiva del consumismo in cui centri commerciali e ipermercati sono monopolizzatori della commercializzazione, distorsori dei prezzi e cattedrali del culto al Dio Mercato.
Dall’esperienza realizzata fino ad ora, la Cooperativa "La Asamblearia" è giunta alla conclusione che esiste un ampio settore di consumatori disposti ad optare per articoli elaborati in forma alternativa e a pagare per essi un prezzo giusto, che non riflette un desiderio di lucro e aumento del capitale, piuttosto garantisce ai produttori la possibilità di riprodurre la propria vita con la dignità data da un lavoro libero e socialmente utile.
Promossi dalla Cooperativa "La Asamblearia", questo insieme di processi: produzione, distribuzione, commercializzazione e consumo sono integrati nella propria attività, o ne viene favorito e stimolato lo sviluppo operando in rete. Lo si attiva tramite tre strade: nel proprio locale, nei mercati ambulanti e in forma grossista. Un supermercatino fallito ha reso disponibile una superficie di circa 200 mq., attrezzati sia per soddisfare i compratori sia per realizzare incontri e gruppi di lavoro, quindi non solo con una vendita al dettaglio in cui i prodotti esposti sono sempre accompagnati da targhette che esplicano l’origine e la storia della fabbrica che li produce. L’attività de La Asamblearia si concretizza poi anche tramite un gruppo di venditori, nei mercati ambulanti di piccoli commercianti, e in forma grossista nei confronti dei consumatori sociali, che numerosi si sono costituiti, e non solo in Buenos Aires, promuovendo la realizzazione di nuovi gruppi di consumatori associati nei quartieri e nei luoghi di lavoro e di studio.
Ciascun individuo è un nodo della rete di Economia Solidaria che rafforza la trama della rete della socialità alternativa degli Argentini "ribelli"; la scommessa è grande in quanto implica sviluppare una gestione popolare delle risorse economiche nel contesto della predominanza neoliberale e capitalista basata sul profitto individuale; si tratta di svilupparla ora, senza posticiparla in un indistinto futuro, realizzandola a partire dalle iniziative di emergenza, frutto della spaccatura sociale avvenuta nel salariato argentino; dalla propria necessità di sopravvivere nasce la possibilità di stabilire relazioni sociali distinte e alternative.
Da quanto succintamente descritto si possono trarre significative e stimolanti indicazioni che vorremmo sottoporre all’attenzione del lettore.
La realtà italiana sembra oramai sulla strada di argentinizzarsi, il capitale finanziario ha decisamente e sensibilmente ridotto il risparmio disponibile del popolo italiano, il sistema impresa risulta arretrato e anche le piccole e medie imprese, fulcro della struttura produttiva, si stanno rivelando inadatte al confronto internazionale, il mercato interno risulta asfittico e poco propenso a buttarsi in attività consumistiche, l’umore, il sentimento, il vissuto è sempre più improntato da una diffusa visione pessimistica del futuro sempre più incerto.
Sembra che il neoliberismo abbia esaurito il proprio ruolo storico, funziona in sé e per sé ma non dà più speranza e prospettiva, all’orizzonte vi è la lotta solo per il possesso di materie prime, fonti energetiche, il che può dare l’idea di poter fare qualche passo in avanti, tra l’altro verso una direzione in cui il degrado ambientale è il primo risultato tangibile prevedibile e in cui il perpetuarsi di uno stato endemico di guerra totale, ma a bassa intensità, può con tranquilla sicurezza prevedersi.
Noi pensiamo che mai potremo raggiungere i livelli di miseria che si sono manifestati in Argentina; vantiamo un’economia maggiormente strutturata, forze sociali storicamente radicate, l’essere agganciati all’euro, e l’idea che a noi non capiterà perché "non siamo come l’Argentina"; in realtà possiamo pensare che invece siamo più poveri di loro e che le nostre ultime vere ricchezze, il turismo, il patrimonio artistico, le bellezze naturali: i nostri petroli, si stanno lentamente ma inesorabilmente convogliando verso i "sani" princìpi della privatizzazione; il fenomeno dell’esautoramento della sovranità popolare nei confronti dei beni collettivi ridurrà ulteriormente le capacità del popolo italiano di gestire le proprie ricchezze che saranno appannaggio delle lobby e dei potentati.
Spazi e prospettive nuove si stanno delineando all’orizzonte, dovendo pensare di dare risposte concrete all’incipiente crisi economica. Lo sforzo di corrispondere con attività che funzionino economicamente, in grado pertanto di garantirci la sopravvivenza nella dignità e nell’equità, sarà il nostro prossimo terreno di confronto con la realtà che si sta determinando sotto i nostri occhi. Attivare fin da ora momenti di confronto e di coordinamento fra tutte quelle realtà che stanno operando nel mondo economico con il fine di superare lo stato di cose esistenti, come si diceva, è il compito che a breve si dovrà affrontare.
La redazione di Cenerentola si rende fin da ora disponibile ad accogliere contributi, suggerimenti e azioni concrete, fatte di esperienze reali, che possano contribuire al comune obiettivo di determinare nuove forme di economia nel solco della solidarietà e della dignità.