Stampa
Categoria: Dibattiti e opinioni
Creato Domenica, 14 Novembre 2021

USI-CITDallo sciopero generale dell’11 ottobre alle manifestazioni contro il green pass, di Luciano Nicolini (n°247)

Qualcosa si sta muovendo: ma non molto, e non molto soddisfacente

Lo sciopero

Come avevamo preannunciato sullo scorso numero di Cenerentola, l’11 ottobre, in tutta l’Italia, ha avuto luogo lo sciopero generale proclamato unitariamente da tutte le sigle del sindacalismo conflittuale. Già questo è un risultato, se si considera che una cosa simile non accadeva da venti anni.

Non disponiamo ancora dei dati relativi alla partecipazione ma, rispetto a quelle registrate nei più recenti scioperi generali indetti da tre o quattro sigle solamente, dovrebbero risultare assai superiori. Sappiamo invece in quanti hanno preso parte alle manifestazioni svoltesi in tutte le principali città italiane: a Roma, Milano, Napoli, Bologna, Firenze e Genova si tratta di diverse migliaia di lavoratori, e notevole è stata la partecipazione anche nelle altre città. Ovunque si sono verificati blocchi nei trasporti pubblici e nella logistica.

Occorre però rilevare che si sarebbe potuto fare molto di più. Se i sindacati conflittuali fossero stati meno conflittuali tra loro, se il lungo percorso per arrivare allo sciopero fosse stato meno accidentato, se si fossero impiegate tutte le energie disponibili per propagandarlo, si sarebbe potuto davvero fermare il paese e pretendere una trattativa con il governo finalizzata principalmente al blocco dei licenziamenti fino al termine dell’emergenza sanitaria e alla riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario.  Il sindacalismo conflittuale oggi in Italia è forte, soprattutto tra le categorie indispensabili al funzionamento del paese: deve trovare l’intelligenza necessaria per dimostrarlo alla controparte.

Il green pass

Pochi giorni dopo, a partire dal 15 ottobre, data stabilita dal governo per fare scattare l’obbligo del green pass per tutti i lavoratori, hanno avuto inizio le mobilitazioni contro di esso. Sono iniziate per modo di dire, in quanto in realtà già da diverse settimane erano in corso manifestazioni in tutte le città. In questo caso è stata la destra (talvolta l’estrema destra) a sostenerle. 

I sindacati conflittuali, così come quelli concertativi, si sono mostrati assai tiepidi a riguardo, e solo negli ultimi giorni hanno sostenuto localmente le rivendicazioni di quei lavoratori che non intendono vaccinarsi né pagare il tampone rapido per poter lavorare. In genere la richiesta dei sindacati è quella di far pagare il tampone all’azienda.

Personalmente avrei preferito una posizione più critica nei confronti dell’obbligo del green pass per i lavoratori di tutte le categorie; obbligo che, oltre a costituire in buona sostanza, per ammissione dei suoi stessi ideatori,  uno strumento di ricatto, sembra avere conseguenze sanitarie ambivalenti: se infatti da un lato induce molte persone a vaccinarsi (ostacolando la diffusione del virus), dall’altro induce chi ne entra in possesso ad abbandonare le buone pratiche igieniche (agevolandola). Vedremo, nelle prossime settimane, quali saranno gli ulteriori sviluppi.

Le elezioni comunali

Nel frattempo, tra il 3 e il 18 ottobre, si sono svolte le elezioni amministrative in molti comuni italiani. Tra questi i comuni di Roma, Milano, Napoli, Torino, Bologna e Trieste. Dovunque la percentuale degli aventi diritto al voto che non si sono recati alle urne è stata  altissima (56,1% a livello nazionale), a dimostrazione della scarsa fiducia riposta dalla popolazione nei partiti politici.

In quasi tutte le città più importanti ha vinto il centrosinistra, e la cosa, in prima approssimazione, può far piacere, in quanto rimane reale il pericolo di essere governati dai partiti di destra. La sinistra radicale, invece, è riuscita a eleggere un consigliere soltanto a Napoli (Alessandra Clemente). A Bologna, dove i voti raccolti lo avrebbero tranquillamente consentito, non è riuscita nell’intento per la presenza contemporanea di tre liste in concorrenza tra loro: Potere al Popolo, Partito Comunista dei Lavoratori e Sinistra Unita (che però ha eletto un suo consigliere in cinque quartieri su sei). 

La sostanziale mancanza di una rappresentanza della sinistra in quasi tutti i consigli comunali potrebbe indurre le vittime delle politiche antipopolari del governo Draghi a rivolgersi, per portare avanti le loro vertenze, all’estrema destra, dovunque ben rappresentata da consiglieri di Fratelli d’Italia pronti ad utilizzare ai propri fini ogni manifestazione di dissenso. Sarà compito dei sindacati conflittuali, e più in generale dei movimenti che operano nel sociale, fare in modo, attraverso la loro presenza nelle lotte, che ciò non avvenga.

 

Aggiungi commento


Codice di sicurezza
Aggiorna

Dallo sciopero generale dell’11 ottobre alle manifestazioni contro il green pass, di Luciano Nicolini (n°247) - Cenerentola Info
Joomla theme by hostgator coupons