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Categoria: Dibattiti e opinioni
Creato Venerdì, 08 Luglio 2022

Vigili fuocoLa fiducia è una cosa seria, di Luciano Nicolini (n°255)

Considerazioni sul rapporto tra cittadini e istituzioni in Italia

“La fiducia è una cosa seria, che si dà alle cose serie” diceva, mezzo secolo fa, la pubblicità televisiva di non ricordo più quale formaggino. Avendo fisso in mente questo slogan (potenza della pubblicità!) ho letto il comunicato ISTAT del 16 maggio 2022 dedicato alla fiducia nelle istituzioni della Repubblica italiana.

Il campione

«L’analisi presentata – avverte il comunicato - si basa su dati provenienti dall’indagine “Aspetti della vita quotidiana” relativi all’anno 2021, che si è svolta nei mesi di marzo-maggio. L’indagine fa parte del sistema integrato di Indagini Multiscopo sulle famiglie avviato nel 1993 e costituisce la principale fonte statistica sulla struttura familiare e sulle caratteristiche sociali delle famiglie». Viene «eseguita su un campione di circa 25.000 famiglie distribuite in circa 800 comuni italiani di diversa ampiezza demografica. Le famiglie vengono estratte casualmente dall’elenco dei nominativi coinvolti nelle rilevazioni censuarie del 2019, secondo una strategia di campionamento volta a costruire un campione statisticamente rappresentativo della popolazione residente in Italia».

I risultati

«L’Italia – afferma il comunicato - si distingue per livelli di fiducia istituzionale relativamente bassi. Le uniche istituzioni che riescono a ottenere sufficienti livelli di fiducia dei cittadini sono le Forze dell’ordine e i Vigili del fuoco. Per il resto la fiducia nelle istituzioni della democrazia è sotto la sufficienza. (…) 

La graduatoria dei livelli di fiducia vede al primo posto i vigili del fuoco con il 68,9% di persone di 14 anni e più che assegnano punteggi tra 8 e 10 (…)». E, per quanto la cosa possa dispiacere ai libertari come me, «anche le forze dell’ordine godono di discreti livelli di fiducia con (…) un’elevata quota di cittadini che esprime livelli di fiducia tra 8 e 10 (42,2%).

All’ultimo posto della graduatoria si collocano i partiti politici (…).

Più elevati in generale i livelli di fiducia verso la figura istituzionale del Presidente della Repubblica che nel 2021 riceve nel 42,7% dei casi punteggi tra 8 e 10 (...).

Il sistema giudiziario si attesta più o meno a metà della graduatoria per la fiducia accordata dai cittadini, con oltre il 44% di persone di 14 anni e più che esprimono livelli di fiducia pari o superiori a 6» (ma solo il 14,1% compresi tra 8 e 10).

«Il Parlamento europeo ha visto crescere i livelli di fiducia nel tempo: nel 2021 si osserva una polarizzazione tra scarsamente sfiduciati (43,5% punteggi 1-5) ed estremamente fiduciosi (41,6% punteggi 8-10).

Tra le istituzioni a livello locale, infine, (…) riscuotono più consensi in termini di fiducia le istituzioni del governo comunale rispetto a quello regionale», con una quota di punteggi compresi tra 8 e 10 pari al 18,5% per il governo comunale e al 12,8% per il livello regionale.

Il comunicato passa poi a prendere in considerazione le differenze tra le grandi aree del paese.

«Se per alcune istituzioni i livelli di sfiducia sono generalizzati e diffusi in tutto il territorio, come nel caso dei partiti politici, per altre si evidenziano differenze che verosimilmente dipendono dai livelli di efficienza delle istituzioni che i cittadini sperimentano a livello territoriale nella propria vita quotidiana. La fiducia nelle istituzioni locali è più elevata a Nord rispetto al Mezzogiorno».  Mentre «l’unica istituzione per la quale i livelli di fiducia sono relativamente più elevati nel Mezzogiorno è il sistema giudiziario (…)».

Considerando invece gli orientamenti di fiducia per titolo di studio, i livelli sono maggiori tra i laureati, come era logico attendersi considerando che quella in cui viviamo è, in fin dei conti, una “repubblica borghese”, nella quale chi proviene dalle classi dominanti è spesso laureato, cosa assai più rara tra chi appartiene alle classi subalterne.

Su che cosa si basa la fiducia?

È questa la prima domanda che mi sono posto.

In primo luogo, direi, sulla prontezza ed efficacia della risposta ai problemi segnalati dal cittadino. I vigli del fuoco sono, in genere, veloci nell’intervenire ed efficaci nel risolvere le situazioni nelle quali intervengono: conseguentemente, il cittadino tende ad apprezzare il loro lavoro.

Un discorso analogo, piaccia o meno, riguarda le “forze dell’ordine”: è ben vero che la loro funzione principale oggi è quella di mantenere, appunto, “l’ordine” all’interno di una società divisa in classi; ma è altrettanto vero che anch’esse, come i vigili del fuoco, se sollecitate dal cittadino per un’emergenza, intervengono in genere abbastanza celermente, e il loro arrivo, in molti casi, evita il degenerare di situazioni pericolose.

Un secondo pilastro sul quale si basa la fiducia sembrerebbe essere quello costituito dalla coerenza. Solo così riesco a spiegarmi la relativa fiducia verso la figura istituzionale del presidente della Repubblica (che in Italia, deviazioni a parte, rappresenta essenzialmente una figura di garanzia) e la fiducia assai scarsa, ma superiore comunque a quella riposta nei partiti, verso il sistema giudiziario: la giustizia italiana è lenta, inconcludente e classista, ma le sentenze della magistratura, a differenza delle prese di posizione dei partiti politici, rispondono comunque a una logica (consolidatasi in oltre duemila anni di tradizione giuridica).

Quale insegnamento?

Da tutto ciò penso che chi, come me, desidera contribuire a costruire una società migliore possa trarre qualche insegnamento. 

In primo luogo, gli Italiani si fidano di chi è rapido ed efficace nel risolvere i loro problemi: molto importante dunque, per chi intende cambiare lo stato di cose presente, è l’attività sindacale (nel senso più ampio del termine), attività che deve essere svolta in modo rapido ed efficace, tenendo sempre presente la raccomandazione di Ippocrate (“per prima cosa: non nuocere!”).

Altrettanto importante (o quasi) è la coerenza: il discredito nel quale sono caduti tutti i partiti politici (compresi quelli di sinistra) è in gran parte dovuto alla mancanza di coerenza, a sua volta connessa al cosiddetto “crollo delle ideologie”. Se, come ho detto, nelle situazioni di emergenza occorre essere flessibili e mirare al risultato (per non perdere in rapidità ed efficacia), laddove è possibile muoversi con minor fretta occorre invece agire in modo coerente con i propri valori e i propri obiettivi programmatici.  Altrimenti si rischia di trasformarsi nell’ennesimo comitato d’affari. E poco importa al cittadino se gli affari consistono in appalti miliardari o nell’assegnazione di un edificio pubblico per il proprio circoletto ricreativo-culturale. Il suo giudizio e la sua conseguente sfiducia risultano immutati.

 

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