Le elezioni del 25 settembre in Italia, Luciano Nicolini (n°256)
La destra ha vinto: in attesa del nuovo governo, la guerra continua
Il voto del 25 settembre ha confermato le previsioni dei sondaggi elettorali: la partecipazione è stata scarsa (solo il 64% degli elettori si è recato alle urne); la coalizione di destra ha vinto (con il 44% dei voti espressi); al suo interno la destra estrema ha trionfato (26 % dei voti); la coalizione di centrosinistra si è fermata al 26%; il Movimento 5 Stelle al 15
Bisogna dire che il Partito Democratico ha fatto di tutto per perdere. Incapace (da anni) di parlare alla gente, ha evitato di allearsi con i grillini e ha speso invece tutte le proprie energie per cercare di allearsi con Renzi e Calenda; cioè con il nulla, perché il loro partito (che ha conquistato l’8% dei voti), se non fosse stato pompato quotidianamente per mesi dai mezzi di comunicazione di massa, probabilmente non avrebbe neppure superato la soglia del 3%.
Sulla campagna elettorale della sinistra radicale, rappresentata da Unione Popolare e da altre formazioni minori, preferisco stendere un pietoso velo.
L’unico furbo è stato Giuseppe Conte che, entrato in politica come garante dello scandaloso accordo tra Movimento 5 Stelle e Lega di Salvini, si è abilmente travestito da “Mélenchon italiano” riuscendo ad evitare la scomparsa del suo partito, data per probabile fino a pochi mesi fa.
E ora cosa accadrà?
La logica vorrebbe che Mattarella affidasse a Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, l’incarico di formare un nuovo governo, ma non è detto che ciò accada: dipende dal gradimento dei governi degli stati alleati e, in particolare, di quello degli USA che nel nostro paese, soprattutto in tempo di guerra, fa il bello e il cattivo tempo.
Non si può neppure escludere che si arrivi a una riedizione del governo precedente: in fondo i partiti che lo sostenevano (praticamente tutti, tranne Fratelli d’Italia) possono sempre affermare di essere stati votati da più di due terzi degli elettori!
Che cosa cambierà per Mario Rossi?
Durante la campagna elettorale, molti amici mi hanno chiesto, preoccupati, che conseguenze avrebbe avuto, per loro, la vittoria di Fratelli d’Italia. Non ho la sfera di cristallo, naturalmente. Ogni tanto azzardo qualche previsione: spesso le azzecco, talvolta prendo granchi clamorosi.
Ho risposto che, per il cittadino italiano medio (“Mario Rossi”) sono in arrivo tempi duri, ma che non mi aspetto che un governo di destra faccia cose molto diverse da quelle che farebbe un governo costituito dalla stessa maggioranza che ha sostenuto Draghi.
E sull’ambiente? Sui diritti civili?
L’ambiente, a parole, lo vogliono salvare tutti: nei fatti, tutti i partiti se ne fregano, forse perché non si è ancora capito che siamo noi a dover essere salvati dai mutamenti che stiamo provocando nell’ambiente (quest’ultimo, invece, si salva benissimo da solo!).
Quanto ai diritti civili, già mi aspetto un mare di retorica su “Dio, Patria e Famiglia”. Ma sull’esistenza del primo molti Italiani, compresi quelli di destra, sono assai scettici; per la patria pochi sono disposti a morire; infine, circa la famiglia, mi risulta che nemmeno la Meloni, madre di una bella bambina, sia sposata…
E per Spartaco Ribelli?
Per Spartaco Ribelli, nome con il quale alludo a chi, come me, cerca di costruire, insieme ad altri, un mondo migliore, temo che le cose cambieranno, e non poco.
Si restringeranno molto gli spazi di agibilità politica e sindacale. E non necessariamente attraverso la promulgazione di nuove leggi liberticide. Sarà sufficiente al governo interpretare in modo restrittivo quelle esistenti.
In fondo Giuseppe Conte è riuscito a mettere tutti gli Italiani agli arresti domiciliari senza cambiare di molto le leggi vigenti. E ha costituito un pericoloso precedente…
Sarà necessario, prima di agire, accertarsi che la testa sia ben collegata e, soprattutto, imparare a fare ciò che la sinistra (e non solo il Partito Democratico) non sa più fare: parlare alla gente. Sarà necessario inoltre collaborare, ogni qual volta è possibile, con tutti coloro che “portano un mondo nuovo dentro ai loro cuori”, cercando di evitare settarismi e inutili polemiche.