Dibattiti e opinioni
Ancora sulla situazione italiana, di Luciano Nicolini (n°167)
“Le chiacchiere stanno a zero”: siamo forse a un punto di svolta
Il Pianeta è dilaniato da guerre sanguinose ed altre guerre si profilano all’orizzonte. La Siria è in fiamme: di quel massacro non si vede la fine; e stiamo parlando di una regione ad alto rischio, se non altro per la presenza dello stato di Israele. Nel corso delle ultime settimane si è temuto il peggio con riferimento all’annessione della Crimea, altra area di fondamentale importanza per gli equilibri politici mondiali. Poi ci sono le regioni delle quali non si parla mai, come la vasta area situata a sud dei paesi arabi che si affacciano sul Mediterraneo (ne parliamo a pagina 7, riportando una breve nota apparsa sulla rivista “n + 1”).
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Renzi è il nuovo premier italiano di Alberto Lipparini (n°166)
A proposito di Berlusconi, di Renzi, di Mussolini e di Hitler di Luciano Nicolini
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Un panorama sconfortante di Eugen Galasso(n°165)
Rispondo, forse tardivamente, alle sollecitazioni di Lipparini, di Nicolini e del “Passatore” Giorgio Franchi. Credo, innanzitutto, che non si possa più pensare in termini meramente ideologici, opponendo Marx a Bakunin. “Gli impresentabili servi di Marx” scrive il Passatore nel numero 163 di Cenerentola; e va benissimo, ma stiamo attenti a non buttar via il bambino con l’acqua sporca, ossia il pensiero di Marx, con il suo invito alla concretezza, all’analisi della struttura socio-economica, con le imbottiture ideologiche dei suoi “servi”...
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In risposta all’appello pubblicato sul numero 163 di Cenerentola di segret. nazionale FdCA (n°165)
Cari compagni, abbiamo letto con interesse il vostro articolo su Cenerentola “Berti si, Berti no”, in particolare nella sua parte propositiva. Già anni fa scrivemmo, in occasione del nostro ultimo congresso, che “...
La “profonda sintonia” tra Renzi e Berlusconi redazionale (n°165)
Ciò che accade in Italia è veramente incredibile.
Sono passati solo due mesi da quando, grazie al voto palese voluto dal Movimento 5 Stelle, Berlusconi è decaduto da senatore, ed il leader della destra italiana è nuovamente al centro dell’attenzione.
Proviamo a ripercorrere le tappe della sua resurrezione.
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P er chi non avesse letto l’appello "Berti sì, Berti no e la pera ideologica", redatto dal Passatore e comparso sullo scorso numero di Cenerentola lo trova qui. A seguire, i primi commenti pervenuti e la sua risposta.
Da un “anarchico indispettito” n
°164)
Da un riformista convinto di Michele Nanni
Il Passatore risponde
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Parliamoci francamente redazionale (n°164)
La situazione economica e sociale dell’Italia è pessima
Non è vero che la crisi sia finita. E neppure si intravede, a breve termine, un miglioramento. Non siamo soltanto noi a dirlo: lo dice persino la Confindustria. E, soprattutto, lo si può toccare con mano, quotidianamente.
Per tentare di uscire dalla crisi occorre affrontare alcuni problemi fondamentali. Tra questi, il problema del governo.
“400.000 partite iva in meno da inizio 2008” di Nick Manofredda (n°163)
La partita (iva) non è chiusa di Luciano Nicolini
Durante la giornata, con il mio smartphone, faccio un giro dei principali siti di informazione. Tra questi c’è rainews24, che riportava la notizia in maniera asettica. Spesso la chiusura di un negozio viene annotata come una vetrina che si spenge, o un cattivo investimento, ma in realtà bisogna chiedersi cosa c’è dietro. Ecco, io penso che dovremmo soffermarci su questo, perché se è facile parlare, purtroppo, di disoccupazione tra i lavoratori dipendenti, non altrettanto si fa per i lavoratori autonomi o indipendenti che dir si voglia, quelli delle partite iva che differiscono solo perché sono dipendenti di se stessi.
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Berti sì, Berti no e la “pera” ideologica di Giorgio Franchi (n°163)
Già abbiamo presentato, e commentato, (sul numero 153 di Cenerentola) il libro di Giampietro (Nico) Berti: “Libertà senza Rivoluzione”. Ora riceviamo, e volentieri pubblichiamo, un ulteriore contributo al dibattito che ha fatto seguito all’uscita del libro.
In questi mesi si sono susseguiti, sulla rivista anarchica A, una serie di interventi relativi all’ultima fatica di Nico Berti. A questo punto ci siamo detti: perché non dire la nostra come semplici ed anonimi militanti, ivi incluso qualche generico simpatizzante? Bene, il libro di Berti per quello che ci riguarda è di un certo interesse, se ovviamente lo circoscriviamo solo alla filosofia politica in senso stretto.
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Letta soccorre Alfano (o no?) redazionale (n°163)
I conducenti degli autobus genovesi, intanto, ricordano a tutti che cos'è uno sciopero vero: uno scontro con la controparte
Berlusconi, questa volta, si è impuntato. “Se il Partito Democratico voterà la mia decadenza da senatore – ha detto – il PdL farà cadere il governo”.
Il Partito Democratico non poteva non schierarsi per la sua decadenza: se non lo avesse fatto avrebbe perso troppi seguaci. Se la votazione si fosse svolta a scrutinio segreto, un certo numero di lettiani avrebbe potuto votare a favore di Berlusconi, salvo poi dire che quei voti provenivano dal Movimento 5 Stelle. Il terreno favorevole all’operazione, del resto, era stato già preparato dalla stampa di regime.
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Il giocattolo della rappresentanza e il diritto di sciopero,
Unione Sindacale Italiana (USI-AIT) Sezione di Firenze (n°161)
Premessa
Il recente accordo del 31 maggio tra Cgil-Cisl-Uil e Confindustria (che riguarda il solo settore privato) ha riportato all’attenzione del mondo sindacale il tema della cosiddetta rappresentanza e della democrazia nei luoghi di lavoro.
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Il Mediterraneo è in fiamme redazionale (n°160)
In Spagna, Italia e Grecia si aggrava la crisi economica
Sulla riva sud la crisi politica potrebbe tramutarsi in guerra civile
Ci insegnano i geografi, a cominciare dal grande scienziato anarchico Eliseo Reclus (1830-1905), che le carte geografiche non sono mai neutrali: nel rappresentare la superficie terrestre, lo si fa sempre condizionati dalla propria ideologia. E’ questo il motivo per cui attualmente, nelle mappe, l’Italia viene più spesso rappresentata insieme a Francia, Svizzera, Austria e Germania, anziché alla Spagna, all’Albania, alla Grecia e ai Paesi della riva sud del Mediterraneo, da essa così poco distanti e coi quali, dai tempi di Antonio e Cleopatra, sono intercorsi intensi rapporti.
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Turchia, Brasile, Siria: quando il gioco si fa duro di Luciano Nicolini (n°159)
Nel corso del mese di giugno sono accadute parecchie cose: è esplosa, inattesa, una rivolta in Turchia; è esplosa, ancora più inattesa, una rivolta in Brasile. Gli avvenimenti che continuano a funestare la Siria e, più in generale, il Vicino Oriente, erano invece largamente preannunciati, purtroppo.
Prevengo le critiche: qualcuno dirà che il gioco si è fatto duro, e da un pezzo, in molte altre parti del mondo; e dirà anche che parlare di ciò che accade nei tre paesi citati significa soltanto scimmiottare, magari maldestramente, l’informazione somministrata dai media di regime.
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Dove andremo a finire? di Luciano Nicolini (n°158)
Un tempo gli anziani se lo domandavano spesso (facendoci sorridere). Ora non se lo chiede più nessuno. Forse si preferisce non pensarci…
E invece mi sembra sia il caso di domandarselo, con riferimento alla popolazione italiana, anche se trovare una risposta non è facile.
Procediamo con ordine. La crisi economica continua a mietere vittime: le aziende chiudono, i disoccupati aumentano, i risparmi finiscono. E, riguardo al futuro, non si intravede nulla di buono.
Il governo Monti che, secondo Napolitano, avrebbe dovuto salvare il paese, non ha fatto praticamente nulla: si è limitato a spremere come limoni gli appartenenti alle classi subalterne.
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