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Categoria principale: Esteri Categoria: Europa
Creato Mercoledì, 01 Febbraio 2023

klimacampAcqua sul fuoco nel Nord Reno Westfalia, redazionale (n°260)

Lützerath è stata sgomberata. Il governo dà un colpo al cerchio e uno alla botte 

Nelle ultime settimane si è molto parlato della lotta degli ambientalisti che da due anni avevano occupato Lützerath, nel Nord Reno - Westfalia (Germania). Le persone che vivevano in questo villaggio, sostenute da attivisti di tutta Europa, hanno cercato fino all’ultimo di ostacolare l’espansione della miniera di lignite di Garzweiler, un progetto della società Rwe, appoggiato dal governo locale.

«Già nel 2018 alcuni gruppi ambientalisti occuparono la vicina foresta di Hambach, fra le città tedesche di Colonia e Aquisgrana – scrive Extinction Rebellion Italia su “Il fatto quotidiano” del 23 gennaio - per  preservare  dalla minaccia dell’abbattimento quel dieci per cento che ne rimaneva difendendolo con veemenza. Hanno vissuto nella foresta per tutto il tempo in cui hanno potuto, sfidando temperature di -10 e -15°C, in case sugli alberi ai quali poi si legavano durante i tentativi di sgombero da parte della polizia. Solo dopo la morte di un giornalista ambientale si è riusciti ad ottenere uno stop all’abbattimento da parte delle autorità. Il governo tedesco d’altra parte si è schierato nuovamente contro la causa ambientalista nel caso del villaggio di Lützerath, cacciando i pochi abitanti del villaggio e privilegiando la concessione al colosso energetico Rwe dell’ampliamento della sua miniera, che conta già un’estensione di 48 km2».

Si tratta dell’ennesima grande opera, più che inutile, dannosa, se si considera il contributo dato dall’impiego del carbone alle emissioni di CO2

Purtroppo, come si è detto, il villaggio sotto assedio è stato sgomberato dalla polizia, nonostante la solidarietà di migliaia di persone che hanno espresso il loro sostegno recandosi sul posto per partecipare attivamente alla sua difesa.

Nei giorni successivi il ministro degli Interni del Nord Reno - Westfalia Herbert Reul ha fatto riferimento ad oltre cento agenti contusi, specificando, però, che i poliziotti non sarebbero rimasti feriti negli scontri: avrebbero riportato lesioni dovute semplicemente alle “condizioni locali”. Ed ha anche definito infondate  le accuse di violenza da parte della polizia. Insomma, un colpo al cerchio e un colpo alla botte, al fine di far calare al più presto il silenzio su tutta quanta la vicenda…

Un atteggiamento confermato dal fatto che lo stesso ministro ha anche criticato le attiviste Luisa Neubauer e Greta Thunberg per essersi fatte vedere in compagnia dei manifestanti radicali e non aver preso le distanze da loro. “Sono preoccupato per il futuro di una società in cui non è più possibile accettare compromessi” ha dichiarato con la tranquillità di chi, come avrebbe detto Fabrizio De André, «ha una faccia e mostra solo il viso: sempre gradevole, sempre più impreciso».

La resistenza continua, con la speranza di rallentare i lavori almeno fino a febbraio, quando torneranno gli uccelli migratori e, stando alla legge federale tedesca, non si potrebbero più abbattere gli alberi. Ma è ovvio che il vero obiettivo degli ambientalisti è veder ribellarsi tutte le persone a difesa  del proprio futuro. Perché, come più volte abbiamo ricordato su questa rivista, il problema non è tanto quello di “difendere l’ambiente” (che si difende benissimo da solo) quanto difendere la nostra specie, la cui sopravvivenza invece è strettamente legata a quella della piccola nicchia ecologica all’interno della quale si è evoluta. 

 

 

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