Medioriente
Beirut, 4 agosto 2020, 4 agosto 2023, di Vito Totire - Rete Nazionale Lavoro Sicuro (n°266)
«Il 4 agosto del 2020 una catastrofica esplosione nel porto di Beirut causava 218 morti, centinaia di feriti e danni materiali con particolare riferimento anche a grandi riserve di grano in un paese che era e che rimane sull’orlo della fame. Tutto il mondo vuole conoscere la verità ma al momento pare si navighi totalmente al buio.
Pace e libertà per il Rojava! redazionale (n°227)
Trump ritira i militari statunitensi lasciando via libera a Erdogan.
L’esercito turco aggredisce il Rojava. Putin si propone nei panni di mediatore, purchè non si parli più di socialismo libertario
Su di un’unica cosa tutti gli stati coinvolti nella guerra siriana sono d’accordo: l’esperienza di “confederalismo democratico” (in buona sostanza, di socialismo libertario) in corso nel Rojava deve finire.
Non siamo nati ieri, e non è nostra abitudine sostenere qualsiasi rivoluzione in atto; in generale siamo anzi piuttosto scettici sull’affermazione che da una insurrezione armata possa nascere una società socialista e libertaria (e quindi tendenzialmente nonviolenta). Come dicevano gli antichi (o, meglio, alcuni tra essi): “La guerra è bella per chi non l’ha mai vista in faccia” e, aggiungiamo noi, difficilmente dalla guerra (anche da quella rivoluzionaria) può nascere la società che desideriamo.
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Scacco al re (saudita), di Il Passatore (n°179)
Per comprendere cosa accade nello Yemen bisogna osservare e capire ciò che accade in Arabia Saudita e i giochetti di potere di cui ho già trattato su Cenerentola.
Ricapitoliamo brevemente: re Abd Allah muore il 23 gennaio 2015, la successione segue un regime adelfico (di fratello in fratello) e non di padre in figlio come nel resto del mondo, quindi il trono spetta di diritto a Salman che sembra essere gravemente malato1.
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, di Il Passatore (n°158)
Ma perché il mondo occidentale libero e democratico fa finta di non vedere il fondamentalismo islamico?
Premesso che quando parlo di Occidente dal punto di vista politico guardo prima di tutto agli U.S.A., in quanto l’U.E. di fatto è solo un’appendice tafazziana nel grande scacchiere geopolitico, penso che la risposta possa trovarsi nella scuola di pensiero che ha come referenti noti Zbigniew Brzezinski ed Henry Kissinger, che sono i suggeritori discreti della politica estera di Barack Hussein Obama ... al secolo Barry Soetoro.
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Che cosa accade in Iraq?, di Il Passatore (n°156)
Come avevo già preannunciato, è venuto il tempo di informare le lettrici ed i lettori di Cenerentola circa le peripezie dell’Esercito Libero Iracheno (si noti che parlavo di questa formazione quando la stampa europea neppure ne sospettava l’esistenza), ossia la quasi fotocopia di quello più blasonato impegnato a mettere a ferro e fuoco la Siria1.
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Afghanistan? Libia? No, Siria!, di Il Passatore (n°154)
Il numero tre di Hezbollah Ammar al-Musawi in una recente intervista ha dichiarato che “un terzo dei combattenti dell’opposizione sono estremisti religiosi, e hanno il controllo dei due terzi delle armi.”1
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Ayatollah sull'orlo di una crisi di nervi?, di Il Passatore (n°151)
Stranamente sono passate in sordina le manifestazioni di protesta contro il caro vita che hanno interessato Teheran e le maggiori città iraniane.
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Siria e dintorni: acqua sporca, di Il Passatore (n°149)
In Siria c’è un dittatore cattivo (quelli buoni sono quelli che sono allineati con U.S.A. ed Israele, anche se è meglio non chiamarli così), ma ci sono anche i ribelli buoni che lottano per liberare la loro terra.
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La "Quinta colonna", di Il Passatore (n°138)
Quando si parla di fattori di destabilizzazione nel Medio-Oriente, banalmente, si indica lo stato d’Israele come l’unica fonte di problemi, similmente all’ingerenza del blocco occidentale; in realtà Israele e l’Occidente poco potrebbero fare per mantenere il controllo dell’area, se non una guerra permanente e conclamata su larga scala, senza l’aiuto della “quinta colonna” saudita.
Rivolte nel Nord Africa: il gioco delle tre carte, di Il Passatore (n°134)
Fino ad ora le rivolte nel mondo arabo hanno solo prodotto rivoluzioni gattopardesche, come da copione e secondo l’analisi di Kropotkin brevemente riassunta nel mio precedente articolo (Cenerentola n. 133).
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Se il vento fischiava, ora fischia più forte, redazionale (n°133)
Tunisia, Egitto, Libia: dal Marocco all’Iran il mondo islamico è in rivolta.
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Meditazioni arabe fra Kropotkin e Bakunin, di Il Passatore (n°133)
Le rivolte che sconvolgono il mondo arabo mi hanno indotto ad una serie di riflessioni, non solo sul futuro prossimo delle nazioni attualmente in lotta, ma anche sull’occidente e la sua capacità di comprendere e gestire il mondo che fino ad oggi ha visto come un feudo da plasmare a seconda della convenienza: si pensi che lo stesso Mossad è stato preso in contropiede dalla rivolta egiziana1.
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La guerra tra Arabi e Israeliani, redazionale (n°83)
Nel corso dell’estate si è riacceso il conflitto arabo-israeliano. In seguito al rafforzamento delle postazioni delle milizie arabe di Hezbollah lungo il confine, il governo di Israele ha scatenato una pesante offensiva contro il Libano, mietendo centinaia di vittime tra la popolazione civile.
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Sulla vittoria di Hamas, redazionale (n°73)
Le elezioni per il rinnovo del parlamento palestinese sono state vinte dagli integralisti islamici.