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Categoria: Guerra
Creato Venerdì, 14 Ottobre 2022

German Panavia TornadoNiente di nuovo sul fronte orientale? di Luciano Nicolini (n°256)

La guerra tra Ucraina e Russia continua. Gli Stati Uniti d’America la fomentano. L’Europa si adegua. Il resto del mondo prende le distanze. 

In Italia si prevedono tempi duri per le classi subalterne. 

La Russia e l’Ucraina

Il conflitto degenerato con l’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito russo continua, seminando morte e distruzione.

Verso la metà di settembre la controffensiva ucraina ha consentito al governo di Zelenski di riprendere il controllo di vaste aree del territorio precedentemente   occupate dagli invasori. Ciò gli ha permesso di affermare che la vittoria è a portata di mano. 

Tuttavia è lecito dubitarne. Al momento sembra improbabile che Putin si dichiari sconfitto: sarebbe forse necessario che fosse deposto dall’opposizione interna alla Russia. Occorre però tener conto del fatto che, a quanto sembra, buona parte di tale opposizione è favorevole a continuare comunque la guerra, e lo accusa proprio di non farla con la necessaria determinazione…

Gli USA e l’Europa

Il governo degli Stati Uniti d’America, d’altro canto, sembra deciso a far proseguire il conflitto “fino all’ultimo Ucraino”, nell’intento di indebolire la Russia e, attraverso le sanzioni boomerang, anche l’Europa.

Quest’ultima, dal canto suo, si dimostra in questa occasione completamente subalterna agli USA, facendo apparire infondata l’opinione di chi, come me, si ostina a vedere nella Unione Europea l’unica possibilità per l’Italia di sottrarsi al dominio nordamericano.

Non è tuttavia da trascurare il fatto che la Germania abbia avviato un formidabile processo di riarmo del proprio esercito: lo ha giustificato con il pretesto di servire meglio gli interessi degli USA ma…

A scanso di equivoci: non sto sostenendo che il riarmo della Germania sia da valutare positivamente, mi limito a rilevare come dietro ai comportamenti degli uomini (e, a maggior ragione, dei governi) vi siano spesso motivazioni diverse da quelle che vengono fornite per giustificarli.

Il resto del mondo

Il presidente americano Biden ci racconta di una Russia sempre più isolata da tutte le nazioni del globo: non ci risulta che lo sia. 

La Cina, oltre ad aver intensificato gli scambi commerciali con essa, continua a far fare alle proprie forze armate esercitazioni congiunte con l’esercito russo. I Cinesi, ovviamente, non hanno alcuna intenzione di entrare in guerra a fianco di Putin. La loro strategia, come scriviamo da venti anni su questa rivista, consiste piuttosto nel “comprarsi il mondo”: il dominio militare verrà dopo. A meno che gli Stati Uniti d’America non li tirino dentro alla guerra per i capelli, come qualcuno a Washington sembra voler fare.

I governanti cinesi hanno una pazienza proverbiale e, per ora, aspettano.

Quanto al resto del mondo, arcistufo dell’arroganza statunitense, si limita a prendere le distanze dalla follia del conflitto.

Tempi duri 

Chi sta pagando il costo di tale guerra sono, come sempre, le classi subalterne. Quelle ucraine, prima di tutto, che subiscono bombardamenti, violenze, stupri, e privazioni di ogni genere. Ma anche quelle europee stanno pagando un prezzo notevole: l’inflazione è alle stelle e i salari rimangono invariati.

In Italia molte fabbriche stanno chiudendo (completando un processo di deindustrializzazione che era già stato avviato con le delocalizzazioni), e lo stesso avviene per molte aziende del terziario. 

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