Trump e Zelensky narcisisti? di Luciano Nicolini
Il 28 febbraio, mentre il precedente numero di Cenerentola era in viaggio verso le abitazioni dei nostri abbonati, abbiamo assistito in mondovisione a uno spettacolo grottesco: lo scontro tra Trump e Zelensky.
Pochi giorni dopo, il 3 marzo, è stato pubblicato da Il Fatto Quotidiano un articolo di Luciano Casolari intitolato “Da psicoterapeuta dico: allo Studio Ovale ho visto due narcisisti. Niente era preordinato». Il titolo mi ha incuriosito, e l’ho subito letto.
Scrive Casolari: «Lo scontro avvenuto nello studio del Presidente degli Stati Uniti è chiaramente – ai miei occhi di psicoterapeuta – frutto di due narcisismi che si sono incrociati senza le cautele che solitamente la diplomazia adotta per mitigare il rischio di conflagrazione. Ma cosa è il narcisismo? Si tratta di un tratto di personalità che si manifesta con una grande considerazione di sé, grandiosità, arroganza, bisogno di ammirazione e scarsa capacità di capire e mettersi nei panni dell’altro (…). Quando si manifesta in forma sana permette all’individuo di vivere una vita turbolenta ma soddisfacente. Alcune volte i tratti di personalità travalicano per cui compare una patologia per la quale la persona, come affermava lo psichiatra della fine 800, Karl Jaspers, “soffre e fa soffrire gli altri”. (…)
Nello specifico i due contendenti dello Studio Ovale possono definirsi narcisisti? Per quanto riguarda Donald Trump esiste un bel libro di un collega americano che stimo Allen Frances (…) che individua tratti di narcisismo nella sua personalità. (…) In Volodymyr Zelensky noto un forte bisogno di essere al centro dell’attenzione con la costruzione di una narrazione in cui apparire un eroe, idea messianica del proprio ruolo e modalità anche visiva (con le divise militari) di presentarsi come sempre in procinto di effettuare imprese titaniche. (…)
Siamo di fronte a due leader carismatici che hanno dimestichezza col mondo dello spettacolo (uno in tv, l’altro anche al cinema) e che non hanno problemi a raccontare frottole o ingigantire determinate situazioni (…). In sintesi direi che ci sono pochi dubbi sul fatto che ci troviamo di fronte a due personalità narcisiste. La prima conseguenza di questa valutazione è che sicuramente l’episodio nello Studio Ovale non è stato preordinato. Le personalità narcisiste non sono in grado di organizzare un agguato, come ipotizzato da certi commentatori, ma rifuggono le situazioni in cui la loro immagine potrebbe essere scalfita in un battibecco. Penso che la situazione sia scappata di mano a entrambi. Trump in modo arrogante voleva solo che l’altro firmasse una sorta di resa al suo volere (accordo sulle terre rare). Zelensky, altrettanto arrogantemente, voleva utilizzare la platea americana per rimarcare la sua immagine di cavaliere senza macchia e senza paura come unico baluardo verso quello che lui descrive essere l’orco del Cremlino.
Ora che la frittata è fatta cosa succederà? Ne rimarrà solo uno! La persona narcisista secondo la psicoanalisi sviluppa i tratti di personalità grandiosi e arroganti come reazione a un senso inconscio di inferiorità vissuto in età infantile. Se qualcuno fa emergere questa sofferenza diviene un nemico giurato. Nessuna mediazione sarà possibile. Si illudono i governanti europei se pensano che possa esserci un compromesso fra Trump e Zelensky. L’uno vuole la distruzione dell’altro.
Se l’Ucraina vuole l’appoggio americano dovrà disarcionare con elezioni o colpo di Stato Zelensky per far posto a un personaggio meno arrogante. Al contrario Zelensky proverà fino in fondo a “provocare la Terza guerra mondiale” cercando pretesti per interventi da parte di altri eserciti nel conflitto in modo da risultare il “Capo” di una grande coalizione».
Beh, che i due personaggi in questione siano un po’ narcisisti è probabile: Donald Trump non perde occasione per lodarsi, e Zelensky fa di professione l’attore. Avete mai conosciuto un attore che non sia almeno un po’ narcisista?
Ma l’affermazione secondo la quale «sicuramente l’episodio nello Studio Ovale non è stato preordinato» non mi convince del tutto.
Perché mai un incontro del genere, contrariamente a quanto avviene di norma, ha avuto luogo in pubblico? Forse perché la guerra che si svolge in Ucraina, come ha incautamente dichiarato pochi giorni dopo Marco Rubio (che di Trump è stretto collaboratore) è una guerra combattuta dagli Usa per procura. E Donald aveva bisogno di mostrarsi al mondo come mediatore (e non come sconfitto). Inoltre voleva far sapere ai contribuenti statunitensi che i soldi spesi in armi sarebbero tornati a casa sotto forma di terre rare.
Quanto a Volodymyr, costretto alla resa, aveva tutto l’interesse a mostrarsi, appunto, costretto contro la propria volontà. Mica poteva dire agli Ucraini, che hanno lasciato sul terreno centinaia di migliaia di morti: “Scusate, reagire all’operazione speciale ordinata da Putin è stato uno sbaglio. Ma, adesso che Donald me l’ha spiegato, l’ho capito e vi assicuro che errori del genere non si ripeteranno”…
E poi, in fondo, non abbiamo appena detto che si tratta di due uomini di spettacolo?