Guerra
Propaganda bellica, di Luciano Nicolini (n°188)
«Divise hanno con frodi città, popoli e terre:
da ciò gli ingiusti odi che generan le guerre.
Noi che, seguendo il vero, gridiamo a tutti i cori
che patria è il mondo intero ci chiaman malfattori»
(da una canzone anarchica di fine Ottocento)
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Pane bianco e guerra sporca, di Luciano Nicolini (n°180)
Si usa dire che chi vuol capire dove andrà a parare il governo italiano deve leggere gli editoriali del Corriere della sera, quotidiano assai meno renziano di Repubblica, ma più vicino ai poteri forti che finora lo hanno sostenuto. In tale ottica va letto l’editoriale di Angelo Panebianco, pubblicato a cento anni dall’entrata in guerra dell’Italia nel primo conflitto mondiale e intitolato: “La lezione (rimossa) delle guerre”.
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Usa, Russia, Vicino Oriente, Libia redazionale (n°177)
“Chi ama la guerra non l’ha vista in faccia” (Erasmo da Rotterdam)
Il compito dell’editoriale, all’interno di una rivista politico-culturale, è in prima approssimazione quello di commentare gli avvenimenti politici e sociali che sono al centro dell’attenzione dei lettori. Talvolta si tratta di un compito semplice: sullo scorso numero di Cenerentola, redatto poco prima dell’elezione del presidente della Repubblica italiana, avanzavamo alcune ipotesi che si sono poi, sostanzialmente, verificate: scrivevamo infatti che “Matteo Renzi, come tutte le primedonne, desidererebbe avere al suo fianco una persona di scarsa levatura” mentre “i poteri forti, che di lui si fidano fino a un certo punto, preferirebbero invece un politico vero, come ad esempio Giuliano Amato, dimostratosi già in passato abile e fedele”.
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Vicino Oriente: discesa all’inferno, di Giorgio "Il Passatore" Franchi (n°176)
Più o meno tutte le previsioni da me fatte in questi anni sul Vicino Oriente si stanno avverando, ed è un male poiché significa che tutta l’area sarà investita da una serie di conflitti più o meno lunghi e dagli esiti sicuramente esiziali. La situazione oggettivamente caotica impone di trattare singolarmente gli stati che nei prossimi mesi, settimane o giorni potrebbero trovarsi a vivere l’incubo siriano in casa.
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Obiettivo Iran?, di Il Passatore (n°143)
Come ho già avuto modo di ricordare nei miei precedenti articoli, quella che si gioca in Medio Oriente è una partita a scacchi fra Occidente (USA – Israele – UE) ed Oriente (Russia e Cina) attraverso l’Arabia Saudita ed i suoi satelliti da una parte e l’Iran dall’altra.
In Afghanistan invece…, redazionale (n°101)
In Afghanistan, invece, stando a ciò che dicono i politici italiani, che continuano a spendere i nostri soldi in missioni “umanitarie”, la guerra è finita da un pezzo: nel 2007, infatti, sono morte, a causa degli attacchi dei “terroristi”, “solo” ottomila persone.
Irak i costi della guerra, redazionale (n°101)
Chi, negli Stati Uniti, pensava di potersi impadronire facilmente del petrolio irakeno aveva fatto male i conti.
In Irak intanto…, redazionale (n°99)
Dell’Irak si parla poco. Brevi note, perse tra la cronaca internazionale..
L’esercito italiano resterà in Afghanistan altri 10 anni, redazionale (n°61)
Lunedì 20 giugno il ministro della difesa Martino ha dichiarato che "I nostri militari all’estero saliranno da 9.000 a 11.000 nel corso dell’anno".
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Torture Usa (quasi) tutti assolti, redazionale (n°57)
E’ trascorso un anno da quando le televisioni e i quotidiani di tutto il mondo mostrarono al grande pubblico, per la prima volta, le fotografie che documentavano le torture praticate dai militari statunitensi nelle carceri irachene.
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Irak, gli Usa non controllano il Paese, redazionale (n°55)
Malgrado la totale mancanza di notizie attendibili (in Irak, ormai, non ci sono più reporter indipendenti) appare chiaro che attualmente gli Occidentali non possono circolare liberamente, se non in ristrettissime zone della capitale.
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A proposito di un rapimento, redazionale (n°54)
Si è concluso positivamente (per lei) il sequestro di Giuliana Sgrena, la giornalista del “Manifesto” rapita oltre un mese fa, a Baghdad, da un gruppo armato iracheno non ben identificato.
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Ancora truppe in Afghanistan, redazionale (n°48)
Secondo quanto riferito da "la Repubblica" del 9 dicembre: "Già da marzo 2005 l'Italia è pronta ad assumersi la responsabilità del settore di Herat,
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Irak, è passato un anno dalla cattura di Saddam, redazionale (n°48)
Il 13 dicembre 2003 Saddam Hussein veniva catturato da festanti soldati americani ed esibito davanti alle telecamere nel corso di una squallida messinscena.
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