Elezioni a Milano: il parere di Sergio Onesti, di Annalisa Righi (n°135)
Milano, importante polo economico e produttivo italiano ed internazionale, forse per diversi aspetti la vera capitale d’Italia; mercato finanziario italiano; insieme a Parigi, Londra e New York capitale della moda; maggior polo fieristico europeo; sede di importanti uffici amministrativi di molte multinazionali. Una città che dal 1993 non ha più visto come primo cittadino un uomo di centrosinistra, l’ultimo fu Borghini.
Da allora tre i sindaci: Formentini (Lega Nord), Albertini (Forza Italia) e, (red)a tutt’oggi, Moratti (Il Popolo della Libertà).
Ed è nel capoluogo lombardo che Cenerentola ha incontrato nel suo ufficio Sergio Onesti, avvocato. Un uomo impegnato nella difesa dei diritti dei più deboli, attento al tessuto sociale, culturale e antropologico della sua città, e non solo. Un uomo brillante e acuto, coerente al sistema di valori - solidarietà, uguaglianza e libertà - che da sempre orientano il suo agire. Così, in questo momento politico, economico, sociale, tanto importante e difficile per tutti i cittadini italiani, alla vigilia delle elezioni amministrative, gli abbiamo chiesto le sue impressioni sulle forze elettorali presenti nella sua città per cercare di comprenderne meglio gli equilibri e delinearne i possibili sviluppi.
Iniziamo dal sindaco in carica e dai cittadini milanesi, oggi...
La Moratti è un’aristocratica, non ha il polso del PDL, non riesce a percepire il vero animo del pidiellino medio, disinteressato alla politica amministrativa e a tutte le scelte, anche strategiche, della città di Milano; quest’ultimo è molto più interessato alla politica nazionale, e interpreta l’appuntamento delle elezioni amministrative come un’occasione per ribadirne l’importanza.
Si pensi che la Moratti, ma anche il sindaco precedente, hanno dato il via all’edificazione di una seconda città. Si parla di un progetto per accogliere da trecentomila a cinquecentomila nuovi cittadini milanesi - da qui a quindici/venti anni - un aumento fino ad un terzo della popolazione già esistente. Si sta quindi progettando una città senza la partecipazione, non solo delle sinistre, che sembrano sempre più anestetizzate, ma anche della stessa cittadinanza che vota PDL. In realtà Milano è in mano a questo gotha di costruttori, finanzieri, faccendieri che ha costituito un’agenzia di affari che attraversa tutti i partiti dalla sinistra alla destra.
Quali sono, alla vigilia delle amministrative, le reali forze politiche in campo e i loro equilibri?
I candidati, sostanzialmente sono tre: Palmeri, Moratti e Pisapia.
Partiamo da Palmeri, che è la vera novità. E’ giovane, è una persona stimata nel ceto politico milanese perché presidente del Consiglio Comunale. Sempre molto presente, è un uomo che raccoglie le forze del terzo polo e di tanti moderati insoddisfatti dell’atteggiamento aristocratico della Moratti.
La Moratti ha brillato per assenza, non si vedeva mai. Adesso che è raffigurata in questi megamanifesti, finalmente i milanesi la vedono. Mentre Palmeri è un uomo che si è fatto sempre vedere. Il vero sindaco di Milano era De Corato perchè era l’uomo forte, capace di decidere.
Palmeri è la nuova forza, la Moratti invece è sempre la stessa, e il suo programma è il “taglia e incolla” del precedente, con tutto ciò che non è riuscita a realizzare e che vorrebbe realizzare. Infatti il suo slogan è: “stiamo lavorando per una Milano sempre più... verde... vicina alle famiglie... pulita... e così via ...”; la logica è comunicare ai cittadini che non ha avuto il tempo per completare i suoi progetti e quindi chiede più tempo. In realtà il programma delle scorse elezioni è il medesimo di quest’anno solo che, mentre prima erano delle idee, adesso sono idee non realizzate, perché non ha realizzato quasi niente.
Poi c’è Pisapia. Uomo di grande responsabilità istituzionale, è stato deputato, presidente della Commissione Giustizia, è un professionista molto conosciuto a Milano, una persona onesta. Ha un seguito nel mondo politico di sinistra, ma anche tra i moderati e i borghesi, anche del mondo cattolico.
Quindi Pisapia potrebbe avere delle chances per vincere le elezioni?
Molto dipende anche dalla sinistra dei Centri Sociali, quella che, alle scorse elezioni, non vi aveva partecipato. All’epoca, come portabandiera della sinistra era stato scelto l’ex prefetto della provincia di Milano, Ferrante, il quale veniva accusato, anche ingiustamente, dalla sinistra dei Centri Sociali, di essere un questurino, un poliziotto, confondendo quasi il ruolo del prefetto con quello del questore. In effetti era una figura istituzionale un po’ troppo ingombrante, mentre Pisapia è un avvocato molto conosciuto, un uomo stimato ed apprezzato tanto dalla borghesia quanto dal mondo politico della sinistra, anche libertaria, con la quale ha condiviso tanto delle sue battaglie giudiziarie.
Allora la “sinistra-sinistra” (per intenderci) come si comporterà a queste elezioni?
La mia impressione è che gran parte della “sinistra – sinistra” non farà la scelta delle scorse elezioni, quando non andò a votare. I libertari, i Centri Sociali, non si esprimono, perché credono che in questo momento Pisapia sia l’uomo della svolta. Potrebbe succedere di tornare ad avere come sindaco un uomo di sinistra, non sappiamo che tipo di sinistra, ma ...
Personalmente penso che se la “sinistra-sinistra” ha un vero e proprio progetto alternativo alle scelte istituzionali è bene che lo tiri fuori: idee, progetti, coordinamenti di persone... Se invece non ha progetti, se sono solo tante chiacchiere e i Centri Sociali sono diventati piccole conventicole, allora è meglio che vadano a votare.
Sintetizzo: le scelte o sono istituzionali o sono fuori dalle istituzioni. Se si vuole restare fuori dalle istituzioni, in termini libertari, devi avere dei progetti coerenti con i tuoi principi e questi devono essere concreti, leggibili dagli altri, capaci di essere seguiti e sostenuti dalla popolazione, anche in piccole minoranze, ma che li condividono veramente. Per me i Centri Sociali, e gran parte della “sinistra-sinistra” milanese, oggi, dicono di essere fuori dalle istituzioni ma non dicono di avere un progetto: questo è il problema.
Non so se Pisapia potrà intercettare il voto di coloro che girano attorno ai Centri Sociali; me lo auguro. Ma mi auguro anche che il dibattito non sia solo “andare o non andare a votare”, ma sia, “se non vai a votare, allora, cosa pensi di fare?” Mi piacerebbe che i Centri Sociali si occupassero di più dei giovani, di precariato, di case popolari...
Pisapia dovrà avvicinare, e quindi dovrà arruolare nella sua squadra, gli uomini di Palmeri. Da solo non può vincere. La “sinistra – sinistra” sosterrà in modo silenzioso Pisapia e verrà rappresentata molto poco, ma questo non significa che poi non possa avere il suo peso.
La possibile vittoria di Pisapia, quindi, sarebbe al ballottaggio, non al primo turno…
La Moratti è in grado di vincere al primo colpo; però, se non vince, ha più possibilità di superare il ballottaggio Pisapia che non la Moratti. Il ceto politico che sostiene Palmeri, che è un ceto più onesto di quello forzista e leghista, sosterrà, anche qui in modo silenzioso, Pisapia, e scambierà con lui gran parte del ceto politico di appartenenza; le forze, gli uomini, i funzionari del terzo polo potrebbero passare nella compagine di Pisapia.
L’elettorato di Palmeri non appoggerà la Moratti?
Non credo, anche perchè la Moratti è sempre più ostaggio dei leghisti. I leghisti sono una forza militante a Milano, cosa che la sinistra non è più. Per esempio, se succede qualcosa a Milano, la Lega interviene direttamente con i suoi uomini, le sue risorse, la sua presenza, ed è capace - da un giorno all’altro - di aprire una sezione, un comitato, un dibattito; con i suoi giornalisti, le sue radio, le sue presenze politiche sul territorio, in città. Il profondo nord è rappresentato dalla Lega che fa leva su pulsioni becere, sul razzismo, sulla paura del diverso; Milano ha perso la vocazione all’accoglienza che poteva avere negli anni sessanta/settanta. Il milanese che vota la Lega odia, non solo lo straniero, ma anche chi - come il cardinale Tettamanzi – è rappresentativo di tutta la rete di solidarietà costituita da parrocchie ed associazioni.
Tutto quel mondo, legato alla solidarietà anche cattolica, che ha sostenuto il professor Onida durante le primarie, si sposterà su Pisapia. La Moratti invece, che tra l’altro non vive a Milano, la vedono solo come la signora dell’alta borghesia.
Quali possono essere i pesi e contrappesi che spostano gli elettori di qua o di là?
Abbiamo almeno tre fenomeni assolutamente determinanti: le donne sole intercettate dalla televisione, tutti i tifosi del Milan e per ultimo i giovani che hanno un ricordo negativo della Moratti .
Milano conta unmilionequattrocentomila cittadini, tra questi circa settantamila sono donne ultrasessantacinquenni sole che non vivono la città, sono soltanto intercettate dalla televisione. Queste settantamila signore determineranno il voto municipale.
Poi c’è il Milan che è in testa alla classifica, probabilmente vincerà il campionato. Berlusconi, pensando di arrivare alle elezioni primaverili nazionali, ha fatto una campagna acquisti formidabile per il Milan: Ibrahimovic, Robinho, Cassano...
I milanisti sono tanti, e votano Berlusconi. Certo, ci sono tifosi milanisti anche nei Centri Sociali, però la maggior parte dei tifosi di oggi è cresciuta in una dimensione forzaitaliota, berlusconiana: quando il Milan è vincente il voto si sposta sempre verso Berlusconi.
Una cosa interessante è poi la reazione che potrebbero avere i giovani tra i diciotto e i ventidue anni che hanno fatto le loro battaglie contro la riforma Moratti. Questi, ricordando le lotte contro la sua riforma, potrebbero non votarla.
E il PD?
Il PD non esiste, esiste un ceto politico legato al PD, e non è un caso che abbiano sbagliato candidato. Hanno sbagliato ad indicare Stefano Boeri, architetto, ex MLS, fratello di Tito Boeri economista che scrive su la Repubblica, famiglia borghese, legato professionalmente ai vari palazzinari... le contraddizioni si pagano...
E i “grillini”... ?
Il lavoro che fanno i grillini è troppo sotterraneo per essere letto, interpretato e calcolato. Per me può esserci una sorpresa sia in negativo che in positivo. Potrebbe esserci un exploit o il contrario. Non c’è una via di mezzo, ma tenderei ad escludere un exploit. I grillini possono costituire una novità solo nella prima fase delle elezioni ma non avranno alcun peso sul ballottaggio. Però bisogna stare attenti perchè le categorie politiche tradizionali: destra, sinistra, terzo polo... i milanesi sotto i 35 anni non le hanno mai utilizzate e quindi potrebbero non partecipare alle elezioni o, per protesta, raggrupparsi dietro il cartello dei grillini.