Sullo sciopero del 2 dicembre in Italia, di Luciano Nicolini (n°258)
Proprio generale non è stato. Ma i lavoratori si sono fatti sentire (e vedere)
Il 2 dicembre ha avuto luogo, in Italia, l’annunciato sciopero generale indetto unitariamente da tutto il sindacalismo conflittuale. Nel momento in cui scrivo non ho ancora notizie certe circa la partecipazione dei lavoratori, che sembra comunque essere stata notevole nei settori dei trasporti e della logistica. Numerose manifestazioni sono state organizzate, unitariamente, in molte città italiane, anche se, in genere, hanno coinvolto meno lavoratori rispetto allo sciopero generale proclamato dai sindacati conflittuali lo scorso autunno.
Tale scarsa partecipazione è stata però largamente compensata da quella registrata alla manifestazione nazionale svoltasi a Roma il giorno successivo: circa diecimila persone si sono radunate sotto una pioggia battente per poi sfilare, mentre questa si diradava, per le vie della capitale.
Niente male, se si considerano le condizioni climatiche non certo favorevoli!
Gli obiettivi
Nel corso delle mobilitazioni è stata ribadita la piattaforma rivendicativa dello sciopero (riportata integralmente sullo scorso numero di Cenerentola). In buona sostanza la mobilitazione è stata indetta: contro il caro vita e il caro bollette causati dall’economia di guerra e dalle speculazioni; per salari e pensioni adeguati al costo della vita; per il ripristino della scala mobile; per la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario; per l’eliminazione dei contratti precari, degli appalti e del lavoro nero; per investimenti sulla sanità e sulla scuola, pubbliche e gratuite.
“Basta invio di armi! Basta missioni militari all’estero! – è stato gridato nel corso delle manifestazioni - Utilizziamo quelle risorse a favore di disoccupate, disoccupati e senza tetto!”
“Basta energie inquinanti! Cambiamo il modello di sviluppo!”
I limiti
Limite principale della mobilitazione è risultato, a mio parere, la sua diluizione in due giorni. Meglio sarebbe stato concentrare le manifestazioni nella giornata dello sciopero generale.
Si è trattato tuttavia di un’iniziativa importante, che ha avuto anche una discreta ricaduta mediatica: i mezzi di comunicazione di massa hanno illustrato in dettaglio, questa volta, gli obiettivi dello sciopero, compresi quelli connessi al rifiuto della guerra e alla necessità di cambiare il modello di sviluppo (e non è poco…).