Duo Cenerentola: Concerto (con la partecipazione di Floriana Franchina), di Eugen Galasso (n°114)
Pianoforte: Claudia D’Ippolito; flauto: Simone Ginanneschi ; Flauto (e pianoforte) Floriana Franchina
La musica è arte dinamica, comunque sia: per causare un suono devo muovere lo strumento, mentre in pittura e scultura, la dùnamis (forza –energia - movimento) devo cercarla...
In un programma ricco, presentato a Bologna (rassegna “Musica in basilica”), c’erano brani di Franz e Karl Doppler (secondo Ottocento, fratelli, wagneriani, in specie Franz) , rispettivamente “Andante e Rondò op. 25”, ma anche “Fantasia sul Rigoletto” (fantasia vale “variazioni sul tema di...”) sempre per piano e due flauti; Cecile Chaminade, con il Concertino op. 107, per flauto e piano; il “Clair de lune” di Claude Debussy, per piano; F. Borne, con la sua “Carmen Fantasy”, flauto e piano; Franz Liszt, con un brano da “Venezia e Napoli”, per piano; “La Flûte de Pan” di Jules Mouquet.
Brani tutti emozionanti e coinvolgenti, ma anche strutturalmente validi, con Debussy, “simbolista /impressionista”, dove il suono è ormai significante puro, pur se non a sé stante, con accenti di soggettività, merito rafforzato dall’interpretazione di Claudia D’Ippolito, sempre ottima nella prensione, nel tocco forte quanto delicato, nel non giustapporsi /sovrapporsi all’autore, rispettandone la creatività autonoma; con un Mouquet, poco noto ma non peregrino compositore francese de “La flûte de Pan” (il flauto di Pan, in riferimento al dio pagano), la cui ricerca risulta simile (penso al secondo movimento, “Pan et les oiseaux”, Pan e gli uccelli) a quella di Debussy di “Trois chansons de Bilitis”; con un Borne, oscuro o quasi compositore inglese, che rilegge la bizetiana “Carmen”.
Il bis, richiesto a gran voce, ha comportato “Ave Maria” di Charles Gounod.
In tutti questi brani, la sinergia e sintonia totale tra Ginanneschi e Claudia D’Ippolito (ma anche con Floriana Franchina, “new entry” di Sant’Agata di Militello, provincia di Messina), funziona benissimo, dove sincronia e sintonia (ma anche empatia) tra i musicisti evitano ogni rischio di derive protagonistiche e di virtuosismo, anzi rafforzano lo spirito d’équipe che in musica vuol dire reale intesa creativa, in quanto ogni esecuzione, in specie dal vivo, vuol dire riscrittura della musica, un apporto nuovo, comunque.
Così, il romanticismo, come riscoperta dello “spirito di popolo” in Liszt, diviene il risentire in dimensione colta “La biondina en gondoeta”, straordinario brano popolare veneziano, complice la bravura della diciottenne Franchina, dal tocco deciso ma certo non prevaricante.
Tre musicisti giovani, anzi due giovani e una giovanissima, la Franchina, percorrono gran parte dell’Ottocento e una frazione del Novecento musicale con grande rispetto, attenzione, amore. Il risultato, ottimo, è foriero di nuove prospettive.