Miserabili, di Marco Paolini e Mercanti di Liquore, recensione di Roberto Zani (n°107)
Bagana Records / Universal - 2008
Continua il matrimonio tra l’attore Marco Paolini e i Mercanti di Liquore (gruppo monzese che si muove sulle orme di Fabrizio De Andrè). Alla fine del 2006 il connubio cominciò a mettere in scena lo spettacolo “Miserabili”, via via perfezionato per strada e alla fine ben sintetizzato in questo album, che evita le cadute di ritmo in cui incorrono a volte i monologhi dell’artista veneto.
La forma del teatro - canzone si presta ad affrontare con efficacia argomenti non facili come, in questo caso, l’economia. I miserabili del titolo sono i cittadini, ridotti in condizione di semischiavitù indotta dal capitalismo sotto varie forme: precarietà del lavoro e dei risparmi, indebitamento causato da un consumismo abnorme, alienazione dei lavoratori... Il risultato è una disastrosa perdita di senso della vita umana, completamente piegata alle esigenze dell’economia.
Paolini attinge ancora una volta ai suoi ricordi e riconduce l’attuale situazione ad alcuni personaggi che, all’inizio degli ’80, cominciarono ad operare una profonda trasformazione della società: Margaret Thatcher, Ronald Reagan, l’ayatollah Khomeini, precursori dei tanti figuri che oggi governano un mondo sull’orlo della bancarotta economica e morale. I Mercanti di Liquore si alternano ai brevi monologhi di Paolini con ballate semplici ed orecchiabili.
Un album leggero per un argomento pesante, divertente senza cadere nella superficialità.