Cinema
Cosa guardare questa estate in streaming? di Luca Baroncini
Il bello, ma anche il brutto, delle piattaforme, è che offrono di tutto e di più senza che sia ben chiaro cosa selezionare.
Sì, ci pensa l’algoritmo a proporre, ma finisce per essere seccante, soprattutto limitativo, essere i destinatari di calcoli matematici che decidono cosa è più adatto per noi.
Il mio consiglio è quindi di scombinare le carte e per questo vi propongo un viaggio tanto assurdo quanto, spero, curioso, attraverso alcuni film per cui potrebbe essere giunta l’ora della prima (o millesima) visione. Le piattaforme su cui trovare i film (indicate tra parentesi) sono aggiornate alla data di pubblicazione dell’articolo e potrebbero essere cambiate nel momento in cui leggete, perché sono spesso oggetto di revisione.
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Cosa guardare questa estate al cinema? di Luca Baroncini
Non semplice fissare un calendario estivo dei film in programmazione al cinema, perché le date di uscita sono più che mai ballerine, del resto il periodo per le sale non è semplice e le strategie delle case di distribuzione sono inevitabilmente oggetto di frequenti aggiornamenti.
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Baby Reindeer, recensione di Luca Baroncini (n°274)
miniserie televisiva
(disponibile su Netflix)
Ci sono sensibilità che si riconoscono dalle ferite che hanno nell’animo. È quello che accade quando Donny, barista e aspirante cabarettista (perché bisogna dire per forza stand-up comedian?), offre una tazza di tè a Martha, una cliente turbata che non ha i soldi per pagare.
Mal gliene incoglie perché lei è una stalker e comincia a perseguitarlo. Lui è infastidito dalle continue e assillanti pressioni che riceve, almeno in parte, perché inizia un rapporto ambivalente dalle radici profonde attraverso cui finisce per alimentare, o comunque non stoppare, il fastidio. Quell’improvvisa urgenza nei suoi confronti si fa largo nel suo dolore, in qualche modo anestetizzandolo.
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Ripley, recensione di Luca Baroncini (n°274)
serie televisiva
(disponibile su Netflix)
Tom Ripley è un giovane americano senza scrupoli che vive di espedienti. Si trasferisce in Italia con l’incarico di convincere il giovane rampollo di una famiglia benestante a tornare negli Stati Uniti; ben presto, però, gli viene un’idea, tanto semplice quanto criminale: e se prendesse il suo posto sostituendosi a lui?
Nyad – Oltre l’oceano, recensione di Luca Baroncini (n°273)
di Jimmy Chin ed Elizabeth Chai Vasarhely
con Annette Bening, Jodie Foster, Rhys Ifans
Ci sono molti modi per raccontare una storia “vera”, etichetta spesso ingannevole perché fa dimenticare che ciò che si vede sullo schermo non è la realtà, ma una sua rappresentazione non per forza fedele. Jimmy Chin ed Elizabeth Chai Vasarhely, già vincitori dell’Oscar per il documentario “Free Solo”, scelgono la strada più convenzionale. La storia ruota intorno all’impresa epocale di Diana Nyad, la nuotatrice americana che ha voluto provare a stabilire il record di nuoto maratona in acque libere coprendo, all’età di 64 anni, la distanza tra le coste della Florida e Cuba.
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Il mondo dietro di te, recensione di Luca Baroncini (n°273)
di Sam Esmail
con Julia Roberts, Mahershala Ali, Ethan Hawke, Myha'la Herrold, Kevin Bacon
Siamo appesi a un filo, in fondo lo sappiamo, ma facciamo finta di niente, per quieto vivere, menefreghismo, incoscienza, ma soprattutto perché pensiamo di non potere fare nulla. Il filo è il nostro legame con la tecnologia che ci ha resi totalmente dipendenti. Se di colpo quel filo si spezzasse che cosa succederebbe? Se un mattino ci svegliassimo e la connessione non funzionasse più isolandoci dall’esterno, come reagiremmo? Se i satelliti si bloccassero rendendo vano ogni tentativo di comunicazione, quale sarebbe la nostra reazione? Cercheremmo la solidarietà dei vicini o cominceremmo abbastanza in fretta a vederli come possibili nemici?
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American Fiction, recensione di Luca Baroncini (n°272)
di Cord Jefferson
con Jeffrey Wright, Skyler Wright, John Ales, Patrick Fischler
Che film interessante la opera prima di Cord Jefferson, approdato alla regia dopo essersi affermato come giornalista e sceneggiatore televisivo.
Provoca infatti una sorta di corto circuito perché non si limita a portare avanti una tesi, ma sceglie la complessità. La chiave di lettura è nel jazz della colonna sonora che non porta in un’unica direzione, ma va un po’ dove gli pare. Proprio come la vita, che ci si sforza di incasellare anche quando si cerca di affrancarsi da etichette e stereotipi
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Kripton, recensione di Luca Baroncini (n°272)
documentario di Francesco Munzi
Francesco Munzi è un’anima divisa in due. In lui documentario e fiction procedono in costante contaminazione, a dimostrazione di come le etichette rischino, come sempre, di rivelarsi sintesi parziale e mai davvero rappresentativa. Sta di fatto che a dieci anni da “Anime nere”, il suo maggiore successo vincitore di nove David di Donatello, a sei dalla serie televisiva “Il miracolo” e a tre dal progetto documentaristico condiviso “Futura”, torna al documentario, anche se un po’ ibrido.
Mameli: il ragazzo che sognò l’Italia, recensione di Luciano Nicolini (n° 271)
di Luca Lucini e Ago Panini
con Riccardo De Rinaldis Santorelli, Amedeo Gullà, Barbara Venturato, Chiara Celotto, Paolo Bernardini, Maurizio Donadoni, Ricky Memphis e Neri Marcorè
Il 12 e 13 febbraio è stata trasmessa da Rai 1, in prima serata, l’attesa miniserie su Goffredo Mameli, patriota genovese noto soprattutto per aver composto l’attuale inno nazionale italiano (piuttosto bruttino, per la verità…).
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Quattro giorni alla Berlinale, di Luca Baroncini (n° 271)
Berlino non si ferma mai, ogni anno nuovi locali, negozi diversi e cantieri in ogni angolo. Il festival del cinema riflette la stessa inquietudine. Si tratta infatti dell’ultima edizione curata da Carlo Chatrian e Mariëtte Rissenbeek, apprezzati dai frequentatori del festival, meno dalle istituzioni, per il rigore scaccia sponsor della loro visione.
A prendere il loro posto sarà dal prossimo anno la statunitense Tricia Tuttle, pare scelta per la sua grande abilità manageriale, ha infatti reso il London Film Festival un evento dal forte impatto mediatico. Ed è proprio questo che manca alla Berlinale.
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Past Lives, recensione di Luca Baroncini (n°270)
di Celine Song
con Greta Lee, Teo Yoo, John Magaro
Celine Song, regista sudcoreana naturalizzata canadese alla sua opera prima, nel raccontare il rapporto tra Nora e Hae Sung trae ispirazione dalla sua esperienza personale di coreana emigrata bambina in Canada.
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La zona d’interesse, recensione di Luca Baroncini (n°270)
di Jonathan Glazer
con Sandra Hüller, Christian Friedel, Ralph Herforth, Max Beck
Jonathan Glazer è un regista di culto, punto di riferimento imprescindibile per l’estetica di videoclip e spot pubblicitari, mentre i pochi film che ha fatto non hanno lasciato particolare segno nell’immaginario, nonostante abbiano dettato regole a cui tutti si sono ispirati (per dire, l’oscurità liquida di “Stranger Things” viene da “Under the Skin”).
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The Holdovers-Lezioni di vita, recensione di Luca Baroncini (n°269)
di Alexander Payne
con Paul Giamatti, Dominic Sessa, Da'Vine Joy Randolph, Carrie Preston, Tate Donovan
Dopo il passo falso di “Downsizing – Vivere alla grande”, Alexander Payne torna a ciò che gli è più congeniale, la commedia dolceamara, dove una quotidianità poco appariscente incontra pulsioni e dinamiche umanissime e non per forza edificanti.
L’insegnante di lettere classiche Paul Hunham potrebbe essere un lontano parente del Warren Schmidt che va in pensione in “A proposito di Schmidt”, uno dei maggiori successi di Payne. Nonostante il cambio di epoca (qui siamo nel 1970), si tratta infatti di un uomo altrettanto gretto che ha sempre vissuto in nome di una placida apparenza, concentrandosi sul lavoro e dando poco spazio agli altri, ma anche alle proprie gratificazioni personali. Non è per niente amato dai suoi studenti della Barton Academy, una scuola privata del New England per rampolli ricchi e viziati, e quando gli viene assegnato il compito di supervisionare quelli che non torneranno a casa per le vacanze di Natale, i cinque sfortunati non gioiranno.
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Deserto particular, recensione di Luca Baroncini (n°269)
di Aly Murituba
con Antonio Saboia, Pedro Fasanaro, Thomas Aquino, Laila Garin
Un po’ road-movie, storia d’amore, film di denuncia, anche politico considerando la tematica LGBT nel Brasile guidato dall’allora presidente Bolsonaro, “Deserto particular” è però principalmente un percorso di formazione, soprattutto di liberazione, dei suoi protagonisti Daniel e Sara.
Lui è un agente di polizia sospeso per violenza privata, con un padre ammalato da accudire e una sorella con cui dividere le incombenze del quotidiano. Lei è in cerca di un’identità in un contesto sociale tutt’altro che complice. I due non si conoscono, vivono ai lati opposti del Brasile, sono entrati in contatto attraverso una app di incontri ed è nata un’intesa. Daniel, introverso e inquieto, pensa di avere trovato in Sara il grande amore della sua vita, ma sono tante le cose che non conosce e non pare ancora in grado di capire e accettare, anche di se stesso. Quando lei smette di rispondergli, lui abbandona tutto e parte per cercarla, mollando ogni responsabilità per quella che diventerà una vera e propria ossessione.
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