Speak No Evil, recensione di Luca Baroncini (n°268)
di Christian Tafdrup
con Morten Burian, Sidsel Siem Koch, Fedja van Huêt, Karina Smulders
Quanto sei disposto a sopportare, prima di reagire? È in sintesi questo l’interrogativo alla base del film di Christian Tafdrup che pare abbia tratto il soggetto da un’esperienza personale. Anche lui, infatti, danese in vacanza in Toscana con la famiglia, aveva incontrato una coppia olandese con cui aveva instaurato una rapida quanto superficiale sintonia. Anche lui, una volta ritornato a casa, è stato invitato dai nuovi amici a trascorrere un week-end nei Paesi Bassi. La differenza, rispetto al film, è che lui quell’invito non lo ha accettato, ma ha immaginato, insieme al fratello co-sceneggiatore, quello che sarebbe potuto succedere.
Con una buona dose di fantasia, ovviamente, e anche una grande capacità di creare un’atmosfera perturbante. Perché ciò che accade, anziché essere all’insegna della serenità e dello scambio reciproco, prende gradualmente la forma della discesa agli inferi.
A colpire nella messa in scena adottata è la misura con cui la vicenda evolve, senza effettacci o eccessi, pochissimo sangue, ma mettendo i protagonisti, e noi di riflesso, in una costante situazione di disagio, amplificata dalle note stridenti della colonna sonora. In più di un’occasione viene da suggerire ai personaggi “dai, scappa, cogli la palla al balzo, non tornare indietro, reagisci, dai, dai dai!”, ma noi saremmo davvero stati in grado di anticipare il pericolo? Oppure la nostra parte razionale ed educata avrebbe avuto il sopravvento mettendo a tacere quella interventista e sospettosa?
Alla luce del progredire degli eventi sembra impossibile quello che succede senza che, tutto sommato, i protagonisti oppongano grande resistenza, ma la realtà dei fatti, e della Storia, per estendere il concetto al macro, dimostra che grandi atrocità sono state commesse sotto gli occhi di una moltitudine che, per quieto vivere o incapacità di reazione, non ha fatto nulla per impedirlo. Le cose brutte accadono quindi anche perché le lasciamo accadere? L’educazione e il timore del giudizio altrui, anche di chi non stimiamo, ci bloccano? Una interessante lezione psicologica, un po’ a tesi nelle conclusioni a cui vuole giungere, con qualche buco logico una volta smaltita la tensione, ma davvero efficace nel farci immedesimare. E quando ciò capita significa che il film funziona.
Per chi lo volesse recuperare, è inedito in sala in Italia e disponibile su Amazon Prime.
Come spesso capita al cospetto di un caso cinematografico, e il film, presentato a vari festival, tra cui il Sundance, è cresciuto grazie al passaparola diventando un piccolo cult, è in corso di realizzazione un remake USA dallo stesso titolo - prodotto dalla Blumhouse, diretto da James Watkins e con James McAvoy - previsto per il 2024.