Stampa
Categoria: Cinema
Creato Sabato, 01 Giugno 2024

RipleyRipley, recensione di Luca Baroncini (n°274)

serie televisiva 

(disponibile su Netflix)

Tom Ripley è un giovane americano senza scrupoli che vive di espedienti. Si trasferisce in Italia con l’incarico di convincere il giovane rampollo di una famiglia benestante a tornare negli Stati Uniti; ben presto, però, gli viene un’idea, tanto semplice quanto criminale: e se prendesse il suo posto sostituendosi a lui? 

Probabilmente non sono l’unico ad avere pensato, dopo la prima puntata, che il confronto con il film “Il talento di Mr. Ripley” di Anthony Minghella, sempre tratto dall’omonimo romanzo di Patricia Highsmith, sembra essere subito impari. Perché Andrew Scott non è Matt Damon, Dakota Fanning non è Gwyneth Paltrow e, soprattutto, Johnny Flynn non è il fascinoso Jude Law. Tra l’altro la serie si prende molto tempo in più per raccontare la stessa storia e il ritmo pare subito risentirne. 

Poi, mentre si sta pensando se continuare o mollare, perché otto puntate sembrano davvero troppe, scatta un clic che cambia il punto di vista, una sorta di malia che avvolge la visione rendendola sempre più magnetica.  Sarà  la meravigliosa fotografia  in bianco e nero che richiama l’espressionismo tedesco e accentua la suspense, saranno le musiche che valorizzano l’incedere permeandolo di atmosfere noir, sarà che lo scavo dei personaggi operato da Steven Zaillian (premio Oscar per la sceneggiatura di “Schindler’s List”) permette di andare in profondità e di sfaccettare, sarà che la regia si premura di rendere plausibile l’implausibile dettagliando dove di solito si opta per la sintesi, sarà che il protagonista Andrew Scott è bravissimo nel trovare il giusto equilibrio tra fascinazione e repulsione, sta di fatto che si finisce per restare avvinti e, pur conoscendo gli sviluppi, rimane la curiosità di arrivare alla fine. 

Quello che si delinea è un viaggio nel lato oscuro del protagonista, di riflesso anche nel nostro, perché all’inziale diffidenza nei confronti del personaggio si sostituisce gradualmente una complicità che ci stupiamo di provare; eh sì, perché alla fine parteggiamo per lui e ogni volta che sembra in trappola ma riesce a sfangarla tiriamo un sospiro di sollievo. Un aspetto che forse dice più cose di noi e della nostra ambivalenza che del personaggio. 

In ogni caso un’opera davvero raffinata, originale e a suo modo coinvolgente. Basta mettere da parte l’impazienza. Ah, comunque il vero colpo di scena è la comparsa dopo qualche puntata di Margherita Buy.

 

Aggiungi commento


Codice di sicurezza
Aggiorna

Ripley, recensione di Luca Baroncini (n°274) - Cenerentola Info
Joomla theme by hostgator coupons