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Categoria: Cinema
Creato Domenica, 21 Luglio 2024

La regina d'AfricaCosa guardare questa estate in streaming? di Luca Baroncini

Il bello, ma anche il brutto, delle piattaforme, è che offrono di tutto e di più senza che sia ben chiaro cosa selezionare. 

Sì, ci pensa l’algoritmo a proporre, ma finisce per essere seccante, soprattutto limitativo, essere i destinatari di calcoli matematici che decidono cosa è più adatto per noi. 

Il mio consiglio è quindi di scombinare le carte e per questo vi propongo un viaggio tanto assurdo quanto, spero, curioso, attraverso alcuni film per cui potrebbe essere giunta l’ora della prima (o millesima) visione. Le piattaforme su cui trovare i film (indicate tra parentesi) sono aggiornate alla data di pubblicazione dell’articolo e potrebbero essere cambiate nel momento in cui leggete, perché sono spesso oggetto di revisione. 

Il viaggio procede per ordine cronologico e parte nel 1951 con La regina d’Africa (Netflix), per cui è sufficiente indicare la regia di John Huston e le interpretazioni di Humphrey Bogart, che vinse l’Oscar, e di Katharine Hepburn, stranamente solo candidata, per indurre alla visione. Dal titolo simile, sempre su Netflix, è Il tesoro dell’Africa del 1953, per cui la curiosità è soprattutto quella di scoprire Gina Lollobrigida nel suo primo ruolo hollywoodiano. Il cammino verso gli anni ’60 si conclude con il 1957 in cui uscirono sia il celeberrimo Orizzonti di gloria (Prime) di Stanley Kubrick, emblema di un cinema antimilitarista di questi tempi più che mai necessario, che La parola ai giurati (Prime), opera di esordio di Sidney Lumet, ancora attuale nello smascherare i preconcetti e le contraddizioni di chi crede di essere nel giusto. Il decennio successivo si apre con La strada dei quartieri alti (Netflix), film abbastanza dimenticato con cui la magnifica Simone Signoret e la sceneggiatura non originale, con il suo carico di disillusione, vinsero l’Oscar. Arriva poi il 1968 ed è tempo di Barbarella (Prime), quando uscì nelle sale un insuccesso, successivamente opera di culto, con una iconica Jane Fonda all’epoca moglie del regista Roger Vadim. A rappresentare gli anni ’70 e i suoi conflitti ci sono due capolavori del periodo, il destabilizzante Un tranquillo week-end di paura (Now) di John Boorman che smitizza la natura e il suo ruolo salvifico con un quasi horror angosciante e compatto e l’immortale Hair (Prime) che ci fa rivivere, attraverso musiche indimenticabili, l’ “era dell’acquario” e la sua ricerca di pace e armonia tra uomo e natura. Ancora canzoni leggendarie con Footloose (Netflix) che nel 1984 fece ballare tutto il mondo e rese Kevin Bacon una star. Gli anni ’80 entrano nel vivo con Corto circuito (Prime) e Il segreto del mio successo (Now), anche solo per capire se sono invecchiati bene (e pochi film degli anni ’80, ahimè, lo sono). Per gli anni ’90 ci soffermiamo solo sul 1997 perché di quell’anno ci sono su Netflix quattro titoli imperdibili: il Quentin Tarantino sottovalutato (Jackie Brown), il mio film del cuore (Stand By Me), la brillante e amara commedia sociale di Paolo Virzì (Ovosodo) e la migliore commedia con Julia Roberts (Il matrimonio del mio migliore amico). La prima decade del nuovo millennio ci porta il polar (incrocio tra poliziesco e noir) tratto da Georges Simenon Luci nella notte (Netflix) di Cédric Kahn, la commedia per tutti ma proprio tutti School of Rock (Now) di Richard Linklater e l’irresistibile Una notte da leoni (Prime), vero e proprio spasso dalla sceneggiatura di ferro. Il viaggio continua nella seconda decade con Questione di tempo (Now) di Richard Curtis, una delle più riuscite commedie sui viaggi nel tempo, e Whiplash (Netflix), cartina di tornasole della società U.S.A. e delle sue logiche binarie per cui sei un perdente o un vincente, che ha rivelato il talento di Damien Chazelle, futuro premio Oscar per La La Land. Ultima fermata Smile (Netflix), anche perché il genere horror in estate non può mancare e fra tanti film sovrapponibili che si limitano a fare buh! questo, invece, lascia il segno. 

 

 

 

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