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Categoria: Cinema
Creato Lunedì, 17 Marzo 2003

A proposito di Schmidt, recensione di Lucrezia Avitabile (n°12)

di Alexander Payne

Con Jack Nicholson, Kathy Bates, Hope Davies

Alla soglia dei sessantacinque anni, Warren Schmidt (Jack Nicholson) va in pensione dopo una vita lavorativa spesa all’interno di una compagnia di assicurazioni. Lo sconforto lo assale perchè si rende conto che l’azienda può fare tranquillamente a meno di lui. Mentre i giorni passano lenti e noiosi muore la moglie Helen, dopo 42 anni di matrimonio, ed è così che Warren comincia a riflettere sulla propria vita e si accorge che non ha più un minuto da perdere. Ha avuto una passato anonimo ed insulso: adesso è giunto il momento di "fare la differenza" per qualcuno. Si imbarca in un viaggio a Denver per cercare di dissuadere la sua unica figlia, Jeannie, dallo sposare Randall, un insignificante venditore di materassi ad acqua.

Il protagonista racconta i suoi pensieri nelle lettere che invia a un bambino africano che ha deciso di adottare (a distanza) quando si è sentito inutile perchè senza più lavoro.

Il film invita alla riflessione e, anche se il tema è la vecchiaia, è un film per i giovani. E’ bene ricordarsi, sembra dire, di dare un senso alla propria vita, e non farsi catturare solo dal lavoro trascurando completamente gli interessi, le amicizie, gli affetti. In questo contesto, il riferimento al bambino africano potrebbe essere visto come un’indicazione verso un impegno sociale.

Jack Nicholson interpreta bene la parte di Warren, non per il fatto di non essere più giovane, ma perchè è un attore straordinario. La sua interpretazione rende gradevole anche la visione della seconda parte della pellicola, decisamente meno riuscita, da un punto di vista narrativo, della indovinatissima parte iniziale.