Cinema
Il punto sul cinema italiano, di Luca Baroncini (n°200)
Dopo un Natale insoddisfacente in cui i sei film italiani in circolazione, tutte commedie, hanno incassato complessivamente un terzo del “Quo Vado?” con Checco Zalone, l’unico vero successo nei tre mesi successivi è stato “L’ora legale” di Ficarra & Picone.
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Quattro giorni alla Berlinale, di Luca Baroncini (n°199)
Anche i festival seguono fasi cicliche. Ci sono annate buone e altre meno buone. È già un paio d’anni che la Berlinale, pur offrendo uno sguardo a 360 gradi molto interessante sul panorama cinematografico mondiale, non riesce a trovare opere davvero rilevanti in grado di imporre uno stile e lasciare un segno nell’immaginario.
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Vi presento Toni Erdmann, recensione di Luca Baroncini (n°199)
di Maren Ade
con Peter Simonischek, Sandra Hüller
Si può decidere di vivere la vita seguendo le convenzioni, oppure rompendo schemi e regole. Capita, se non ci si pone troppe domande, comunque non quelle giuste, di trovarsi intrappolati nel mantra “lavora, compra, consuma, muori”, così come succede di fare tutto quello che si presume giusto finendo per sentirsi, invece, profondamente insoddisfatti.
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Oscar 2017, di Luca Baroncini (n°198)
Dopo le polemiche sugli Oscar troppo “bianchi”, “maschi” e “vecchi” dell’edizione 2016, l’Academy, l’organizzazione professionale onoraria che assegna le ambite statuette, è corsa ai ripari, stabilendo nuove regole. “Entro il 2020”, ha dichiarato la presidente Cheryl Boone Isaacs, “verrà raddoppiato il numero di donne e membri appartenenti a minoranze razziali e il diritto di voto sarà revocato a chi resterà inattivo nel mondo del cinema per più di dieci anni”. Era quindi impossibile che già da quest’anno qualcosa non cambiasse.
La battaglia di Hacksaw Ridge, recensione di Luca Baroncini (n°198)
di Mel Gibson
con Andrew Garfield, Teresa Palmer,
Hugo Weaving, Vince Vaughn, Rachel Griffiths, Luke Bracey, Sam Worthington
Cosa cerchiamo in un film?
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GGG – Il Grande Gigante Gentile, recensione di Luca Baroncini (n°197)
di Steven Spielberg
con Mark Rylance, Ruby Barnhill, Penelope Wilton, Rebecca Hall
Steven Spielberg è il regista più famoso del mondo. Anche il più bravo. Competenza tecnica, sensibilità e conoscenza dei lati oscuri ne fanno un abilissimo narratore di storie per il grande schermo, in grado di proporre un cinema classico capace di parlare a un pubblico trasversale.
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La La Land, recensione di Luca Baroncini (n°197)
di Damien Chazelle
con Ryan Gosling, Emma Stone, J. K. Simmons, John Legend
Los Angeles è la terra dei sogni e ogni nuovo giorno, ce lo ricorda l’inizio travolgente del film, il sole accompagna salite e discese di chi cerca di realizzarli. Sebastian ama il jazz, è un pianista di talento e ambisce a creare un locale tutto suo dove la musica che ama sia protagonista.
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Inferno, recensione di Domenico Secondulfo
dall’omonimo libro di Dan Brown
regia di Ron Howard
con Tom Hanks e Felicity Jones
Già il libro non era all’altezza dei precedenti, con un certo retrogusto di fotocopia e senza il ritmo incalzante e la progressione di stupori misterici che sono il cavallo di battaglia di Brown; il film è anche peggio. Poco ritmo e passaggi scontati, il retrogusto di fotocopia impera.
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Animali notturni, recensione di Luca Baroncini
di Tom Ford
con Jake Gyllenhaal, Amy Adams, Aaron Taylor-Johnson, Michael Shannon, Isla Fisher e Armie Hammer
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Schermi di Natale, di Luca Baroncini
Le feste natalizie restano un appuntamento imprescindibile per i distributori cinematografici. In un anno come il 2016, in cui l’estate ha visto il vuoto di offerta e la ripresa autunnale ha stentato più che mai, a far quadrare i conti, che restano per fortuna ancora in attivo, è più che altro Checco Zalone con il suo “Quo Vado?” dei record. È quindi con grande trepidazione che gli addetti ai lavori sperano in un Natale ricco di spettatori. I film previsti sono molti, forse troppi, soprattutto quelli italiani e soprattutto le commedie.
Piuma, recensione di Luca Baroncini (n°195)
di Roan Johnson
con Blu Yoshimi, Luigi Fedele, Michela Cescon, Sergio Pierattini, Francesco Colella, Brando Pacitto
Guardando “Piuma”, opera terza dell’apprezzato Roan Johnson dopo ”I primi della lista” e “Fino a qui tutto bene”, ci si trova davanti a un bivio: credere ai personaggi, alla spontaneità dei loro gesti, a un’irresponsabilità molto costruita, a una romanità a tratti debordante, a un “lascia che sia” all’amatriciana che sembra figlio di una certa idea di commedia all’italiana (leggi Paolo Virzì) che più che raccontare la vita vera fatta di carne e sangue la celebra con brio, oppure trincerarsi dietro a un muro di insofferenza con su scritto “mai e poi mai”.
Liberami, recensione di Luca Baroncini (n°195)
di Federica Di Giacomo
Appena sentiamo la parola “esorcismo” pensiamo subito al film di William Friedkin e a Linda Blair che rotea la testa e sputa verde. La realtà può essere molto diversa. L’antropologa Federica Di Giacomo propone un tema tabù, che molto incuriosisce e poco si discute, e prova a sviscerarlo evitando qualsiasi deriva sensazionalistica. I dati statistici parlano di un’emergenza spirituale mondiale, con un numero crescente di preti esorcisti nominati dalla Chiesa per far fronte a un aumento delle richieste.
Questi giorni, recensione di Luca Baroncini (n°194)
di Giuseppe Piccioni
con Marta Gastini, Laura Adriani, Maria Roveran, Caterina Le Caselle, Margherita Buy, Filippo Timi, Sergio Rubini
Quattro ragazze che vivono in provincia. Il quotidiano che scorre e nella sua piattezza travolge. Un viaggio inatteso a Belgrado. Il soggetto del film di Giuseppe Piccioni non è certo originale, ma ricco di possibili spunti. L’amicizia, gli incontri, il tempo che passa, le domande che cercano risposte in un presente confuso, la labilità degli affetti, tutti aspetti in grado di generare un’empatia immediata. Poi c’è lo sguardo del regista, da sempre capace di trovare nei piccoli gesti, nei silenzi e nei non detti, tracce di verità.
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Assalto al cielo, recensione di Luca Baroncini (n°194)
di Francesco Munzi
Francesco Munzi racconta, attraverso un documentario, i dieci anni più caldi del secondo novecento italiano. Si va dal 1967 al 1977, un periodo di grande fermento culturale, di lotte politiche extraparlamentari, dove si incontrano e scontrano ideali, sogni, utopie, violenza e “piombo”. L’originalità dell’approccio di Munzi è nella scelta di far parlare i filmati di repertorio, non quelli istituzionali, però, più facilmente oggetto di manipolazione, ma quelli dei protagonisti dell’epoca.
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