Cinema
Unorthodox, recensione di Luca Baroncini (n°234)
Ci possono essere due modi per affrontare una serie tv ambientata in una realtà che non si conosce: documentarsi prima della visione oppure lasciarsi guidare dal filo del racconto e magari cercare conferme o smentite a posteriori. Opto per la seconda.
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Fleabag, recensione di Luca Baroncini (n°233)
Che cos’ha di diverso questa serie televisiva, presente sulla piattaforma Amazon Prime con due stagioni, apprezzata da critica e pubblico e vincitrice di numerosi premi tra cui quattro Emmy Awards e due Golden Globe Awards?
Il buco, recensione di Luca Baroncini (n°233)
di Galder Gaztelu-Urrutia
con Iván Massagué, Antonia San Juan, Zorion Eguileor
Immaginiamo una realtà in cui potrebbe esserci cibo per tutti se solo fosse equamente distribuito. Vi ricorda qualcosa? Per caso il nostro quotidiano?
Berlinale 2020, di Luca Baroncini (n°232)
È il 21 febbraio 2020 e parti baldanzoso verso Berlino. Il festival cinematografico è appena cominciato e ti aspetta una quattro giorni di film, incontri e conferenze stampa. Il 21 febbraio è però anche una data molto particolare per l’Italia perché è il giorno del primo contagio da Coronavirus. Fino ad allora questo virus misterioso era una cosa potenzialmente pericolosa ma tutto sommato gestibile, in quanto geograficamente lontana, là in Cina, a distanza di aereo. Con un primo malato nazionale le cose cambiano.
Honey Boy, recensione di Luca Baroncini (n°231)
di Alma Har’el
con Shia LaBeouf, Lucas Hedges, Noah Jupe, Byron Bowers, Laura San Giacomo
Sapete chi è Shia LaBeouf?
In tal caso passate direttamente al punto A) altrimenti continuate a leggere.
Shia LaBeouf è una star hollywoodiana. È un talento fin dall’infanzia, a dieci anni è già un attore professionista e a quattordici anni è protagonista della sit-com Disney “Even Stevens”, da noi arrivata solo successivamente ma di grande successo negli Stati Uniti. Dopo non si è più fermato, ottenendo il successo presso il grande pubblico con il franchise “Transformers” prima, e con “Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo” dopo.
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I miserabili, recensione di Luca Baroncini (n°231)
di Ladj Ly
con Damien Bonnard, Alexis Manenti, Djibril Zonga, Issa Perica, Al-Hassan Ly, Steve Tientcheu
Siamo abituati a opere cinematografiche che per sviscerare la complessità prendono una posizione netta e si sostituiscono allo spettatore nell’interpretazione dei fatti. La realtà, invece, è problematica, ha molte facce, richiede più di un compromesso, non offre soluzioni facili. Se pensiamo alle banlieue parigine, il nostro immaginario va a ciò che i media ci trasmettono e pensiamo subito a un ambiente multietnico pericoloso dove imperversano rap e hip-hop e domina lo spacci
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The Purge, recensione di Luca Baroncini (n°230)
“La notte del giudizio” è una saga, prima cinematografica, poi televisiva, basata su un’idea geniale. Si ipotizza infatti che in America, in un futuro non troppo lontano, per arginare il crescendo di violenza si sia fissato un giorno all’anno, chiamato “sfogo”, in cui tutti i crimini, incluso l’omicidio, restano impuniti. Per dodici ore è mattanza legalizzata per cui polizia, vigili del fuoco e ospedali restano inattivi. A deciderlo sono stati i Nuovi Padri Fondatori, saliti al potere instaurando un regime totalitario. Nel corso del tempo si verifica una effettiva diminuzione del tasso di criminalità, l’economia si rafforza e la disoccupazione scende sotto all’1%, ma quella che viene spacciata come catarsi è in realtà un modo per controllare la popolazione, di fatto eliminando chi viene ritenuto inutile allo sviluppo economico del paese, quindi le fasce sociali più deboli e povere in primis.
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L’hotel degli amori smarriti, recensione di Luca Baroncini (n°230)
di Christophe Honoré
con Chiara Mastroianni, Vincent Lacoste, Benjamin Biolay, Carole Bouquet
Christophe Honoré ha un grandissimo dono, quello di prendere una delle storie più raccontate di sempre, il “tradimento”, un vero e proprio cliché, e trasformarlo in una divertente, leggera, ma non per questo superficiale, riflessione sulla vita e sul suo incessante e problematico scorrere.
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House of Cards, recensione di Luca Baroncini (n°229)
“House of Cards” è una delle serie che hanno cambiato la televisione. Prima di tutto perché è stata quella che ha imposto Netflix nel mondo (anche se in Italia è visibile solo su Sky a causa di accordi precedenti all’avvento di Netflix nel nostro paese), cambiando così il modo di fruire una serie, non necessariamente una puntata a settimana ma tutte le puntate che si vuole quando si vuole e sul supporto che si vuole (il termine binge-watching, tanto in voga, sta a significare proprio “guardare senza sosta”), ma anche perché ha trasportato registi e stelle del cinema dal grande al piccolo schermo. A partire dal regista David Fincher (“Seven” e “Fight Club” tra i suoi film di culto), fino ai due protagonisti, Kevin Spacey e Robin Wright.
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Allen, Polanski, Scorsese: i loro ultimi film sono davvero capolavori? di Luca Baroncini (n°229)
Pare che per uscire di casa e andare al cinema sia sempre più necessario il superlativo. Per un film carino, magari solido, pure interessante, nessuno si muove più. Va così il mondo, si dirà. Per vendere devi gonfiare, rendere l’esperienza unica e insostituibile. È l’approccio social media in cui per cliccare sul link devi essere sicuro che ne valga la pena.
Il mistero di Henri Pick, recensione di Luca Baroncini (n°228)
di Rémi Bezançon
con Fabrice Luchini, Camille Cottin, Alice Isaaz, Bastien Bouillon
Nel cuore della Bretagna c’è un luogo molto particolare, la “Biblioteca dei libri rifiutati”, in cui sonnecchiano tra la polvere i testi che autori in cerca di consacrazione non hanno avuto la fortuna di vedere pubblicati. Proprio lì una ragazza che lavora come editor in una grande casa editrice parigina, quindi sempre alla ricerca di nuovi potenziali talenti, trova un manoscritto da cui viene immediatamente colpita. Si tratta di un racconto che narra la fine di una storia d’amore in parallelo con l’agonia del drammaturgo russo Aleksandr Sergeevič Puškin.
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Ritratto della giovane in fiamme, recensione di Luca Baroncini (n°228)
di Celine Sciamma
con Adèle Haenel, Noémie Merlant, Valeria Golino
Un’isola della Bretagna. Il 1770. Una ragazza promessa sposa a un non meglio definito nobile milanese. Una madre che incarica una pittrice di fare un ritratto alla figlia per dare modo allo sposo di conoscerla. Una pittrice che si finge dama di compagnia, perché di quel ritratto la protagonista del quadro, ostile alle nozze, non deve saperne nulla. E poi una grande casa, vuota. La natura selvaggia. Il vento, forte.
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Sorry We Missed You, recensione di Luca Baroncini (n°227)
di Ken Loach
con Kris Hitchen, Debbie Honeywood, Rhys Stone
Per fortuna c’è Ken Loach che in un cinema di supereroi e di ricchi ricchissimi che vorrebbero esserlo ancora di più ci ricorda che esiste anche una moltitudine silenziosa che vive sul filo e permette all’ingranaggio di funzionare, quasi mai godendone i frutti. Dopo la Palma d’Oro a Cannes del 2016 con “Io, Daniel Blake”, dove il regista inglese si insinuava nel terreno irto di insidie della burocrazia, questa volta il tema, affrontato come sempre di petto, è quello del precariato.
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Parasite, recensione di Luca Baroncini (n°227)
di Bong Joon-ho
con Song Kang-ho, Lee Sun-kyun, Cho Yeo-jeong, Choi Woo-shik
Ci sono film che arrivano e colpiscono come saette, un pugno in faccia, SDENG!, insomma, lasciano un segno profondo. È il caso di questo Parasite di Bong Joon-ho, non nuovo a costruire mondi in cui portare a esasperazione il conflitto di classe (pensiamo all’altrettanto potente Snowpiercer in cui in una sorta di post apocalisse l’umanità rimasta viaggia suddivisa per classi su un treno che non si ferma mai). Il titolo è molto eloquente perché di parassiti si tratta.