La costituente libertaria di Camillo Berneri. Un disegno politico tra federalismo e anarchismo di Andrea Sacchetti, recensione di Luciano Nicolini (n°239)
Quando, nel 2001, fu resa nota l’esistenza di un’inedita costituzione libertaria attribuibile in larga parte a Camillo Berneri la cosa mi divertì molto. Sei anni prima, infatti, avevo pubblicato e distribuito all’interno del movimento anarchico i miei “Appunti per una costituzione libertaria” (Baiesi, 1995), con i quali avevo riscritto da un punto di vista libertario la costituzione italiana nata dalla Resistenza, suscitando in molti scandalo e disapprovazione. Ora si scopriva che Camillo Berneri, forse il maggior pensatore anarchico del Novecento, aveva lavorato a un testo assai simile, che differiva dal mio solo per il fatto di essere meno libertario…
Il libro di Andrea Sacchetti, edito da Firenze University Press, si propone di individuare le motivazioni storiche, culturali, politiche e strategiche che hanno portato nel 1935 alla redazione di tale Costituzione della Federazione Italiana Comuni Socialisti (FICS), non a caso rimasta a lungo inedita. “La ricerca è scritto nella scheda di presentazione - intende rendere ragione della sua esistenza all’interno del percorso intellettuale berneriano, interpretandolo come esito di una lunga elaborazione delle idee e delle proposte operative di Berneri intorno al federalismo libertario. Tale maturazione risulta caratterizzata dalla presenza di diverse influenze, tra le quali sono determinanti quelle mutuate dall’approccio concretista e problemista di Gaetano Salvemini”.
L’opera risulta decisamente ben fatta da un punto di vista storiografico; si avvale anche di fonti inedite o, comunque, finora poco attentamente studiate; inquadra, a mio avviso, assai correttamente il pensiero di Berneri: un pensiero che solo a un approccio superficiale può apparire contraddittorio e che, differentemente da quanto sostenuto da alcuni studiosi che se ne sono occupati, si sviluppa chiaramente nel solco della tradizione comunista anarchica.
Il libro di Sacchetti, casomai, lascia a desiderare da un punto di vista politico, in quanto la Costituzione della Federazione Italiana Comuni Socialisti viene esaminata un po’ sbrigativamente, senza discuterne in modo approfondito i pregi e i limiti.
La mia personale impressione è che l’autore, nell’accusare (giustamente) chi lo ha preceduto nello studio del pensiero berneriano di aver sottovalutato l’importanza del testo, sia scivolato a sua volta, involontariamente, nella medesima sottovalutazione.