Cile 1973, recensione di Eugen Galasso (n°267)
BUR-Internazionale
a cura di Andrea Pipino
2023
È quasi certo che un giovanissimo o una giovanissima, se si richiamasse l’11 settembre, penserebbe all’attacco alle Twin Towers del 2001, mentre l’altro 11 settembre, quello del golpe cileno operato dall’esercito di quello Stato contro il governo di Salvador Allende, rischierebbe di passare inosservato, come rileva nella sua postfazione Raffaele Nocera, docente di storia delle Americhe all’Orientale di Napoli.
È pertanto utile segnalare questo articolato volume a più voci, che comprende scritti dello storico Eric Hobsbawn, del famoso editorialista di Le Monde Pierre Kalfon, dello scrittore colombiano Gabriel García Márquez, di Orlando Letelier, ex-ambasciatore cileno negli USA ucciso nel settembre 1976 dai servizi segreti del regime di Pinochet, e dello scrittore e saggista argentino Ariel Dorfman, vissuto per anni a Santiago. Un testo prevalentemente saggistico (ma non mancano un cartoon che ci ridà le ultime ore di Allende, alcune canzoni di lotta e varie statistiche) che, cercando di fare una sorta di sintesi dei testi raccolti, ci dà alcuni punti fermi:
A) Il golpe contro il governo del socialista Salvador Allende era stato preparato ben prima del 1973, anzi già prima del settembre del 1970, ossia quando sembrava ormai certa la vittoria di “Unidad Popular”, il fonte delle sinistre.
Principale propulsore dell’operazione fu l’allora segretario di Stato USA Henry Kissinger, ora festeggiato centenario, ma ipocrita sempre riguardo al suo sostegno alle dittature; mentre operatori sul campo furono i vari alti papaveri dell’esercito cileno, tra cui in particolare il futuro dittatore Augusto Pinochet. In questo quadro si inseriscono i tentativi di rapimento e poi l’uccisione del generale René Schneider, capo di stato maggiore dell’esercito cileno fedele alla repubblica.
B) Il governo cileno, espressione di una sinistra plurale (il Partito Socialista composto da diverse correnti, il Partito Comunista molto legato a Mosca, il Movimento della Sinistra Rivoluzionaria, e il Partido Radical), era certamente debole in quanto diviso al suo interno, e la crisi economica era pesante (ma nulla in confronto agli effetti delle terribili ricette iperliberiste imposte al Cile dopo il golpe da Pinochet & Co, che applicavano le direttive di economisti come Milton Friedman, dunque la libera iniziativa selvaggia).
C) La condanna del regime nazifascista di Pinochet fu quasi unanime, ma i toni della polemica erano molto variegati, dove per esempio persino García Marquez, notoriamente amico personale di Fidel Castro, rivela varie contraddizioni nelle sue prese di posizione relative al golpe e al dopo...
Un testo utile per ricordare, e un invito ad approfondire ulteriormente, come bisognerebbe fare quando si tratta di eventi storici molto vicini e pericolosamente attuali.