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Categoria: Libri
Creato Lunedì, 17 Ottobre 2005

Giuseppe Tomasi di Lampedusa, I Racconti, recensione di Eugen Galasso (n°66)

Di Tomasi di Lampedusa, aristocratico anomalo ("Il Gattopardo" è un grande romanzo, ma anche un ritratto tagliente di storia d’Italia e di Sicilia), oltre al capolavoro citato sono noti gli studi di letteratura inglese e francese (la madre, pur siciliana d’origine, era vissuta a lungo in Francia).

Intellettuale sopraffino, aveva scritto anche i racconti, raccolti nuovamente in questo volume, ma pubblicati per la prima volta nel 1962, a cura di Giorgio Bassani, grande dimenticato della letteratura italiana.

Siciliano come Pirandello e Verga, come Capuana e Gesualdo Bufalino, Tomasi è autore atipico, ma i suoi "Ricordi d’infanzia", che aprono questi racconti, sono straordinari, evocativi senza essere strappalacrime, con una conduzione stilistica invidiabile, che è forse più rigorosa di quella del romanzo. Ogni oggetto corrisponde a un ricordo/stato d'animo, ogni evocazione riapre un mondo.

Ancora, "La Sirena" è il fantasma erotico assoluto, più che in Sade, Céline, Tozzi, Musil, Malaparte, Moravia.... Senza perdere d’occhio "Gattini ciechi" e "La gioia e la legge", uno dei racconti più brevi, incisivi, atipici della letteratura novecentesca, non solo italiana.

E, da aristocratico, sente il disfacimento di una cultura già bacata e minata: se nel "Gattopardo" è colta la volontà di "cambiare tutto perché tutto resti come prima" qui la simpatia per gli "umiliati e gli offesi" (Dostoevskij) è totale, senza per questo cadere nella retorica e nel pietismo di certa letteratura, soprattutto clericale, del nostro tempo e di quello (che è anche di Tomasi) che ci ha preceduto...

 

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