Nostra patria è il mondo intero, redazionale (n°132)
Si è svolto a Pisa, nei giorni 14 e 15 gennaio 2011, il convegno di studi “Nostra patria è il mondo intero”, dedicato a Pietro Gori, avvocato, militante, poeta e commediografo, nel centenario della morte.
Ha aperto i lavori Maurizio Antonioli con una relazione incentrata sulla nascita del “mito goriano”: Gori, infatti, oltre ad essere ricordato come uno dei padri del movimento anarchico, è stato quasi idolatrato dai lavoratori italiani per la sua dedizione alla causa del proletariato, la sua coerenza, la sua eloquenza e, non ultima, la sua bellezza.
Dopo Antonioli, Marco Scavino prima e Mauro Stampacchia poi hanno ripercorso le tappe della scissione tra socialdemocratici e anarchici verificatasi sul finire dell’Ottocento, Emanuela Minuto si è soffermata sulle arringhe di Gori, Alessandro Volpi sul pensiero economico degli anarchici dell’epoca, sottolineando, tra l’altro, l’incredibile preveggenza di Saverio Merlino.
Nel pomeriggio Umberto Sereni ha ricordato l’influenza di Shelley sui sovversivi di fine Ottocento, Massimo Ortalli il grande uso dei pamphlet di propaganda da parte dei libertari, Franco Schirone e Santo Catanutohanno parlato della canzone e del teatro come strumenti di formazione dell’identità anarchica. Hanno concluso la prima giornata gli interventi di Alessandro Breccia su “L’università italiana e le nuove culture del progresso” eVincenzo Ruggiero su “Anarchismo e criminalità”.
Il convegno è proseguito il giorno successivo con l’intervento di Maurizio Binaghi, dedicato alla lunga tradizione di accoglienza della Svizzera, tradizione interrotta in occasione dell’attentato compiuto da Sante Caserio che fu all’origine dell’espulsione di Gori e degli altri anarchici italiani dal paese. Pietro Dipaola si è intrattenuto sul suo esilio londinese, Arnaldo Testi sulla questione sociale negli Stati Uniti al tempo del suo viaggio in America.Katia Massara e Oscar Greco si sono invece concentrati sugli oppositori politici calabresi in America latina nel periodo della grande emigrazione transatlantica.
Sabato pomeriggio, gli interventi conclusivi: Franco Bertolucci, direttore scientifico della Biblioteca Franco Serantini, organizzatrice del convegno, ha parlato dell’anarchismo in Toscana negli anni della formazione politica e culturale di Gori, Alessandro Luparini dell’anarchismo nel Ravennate di fine secolo, Roberto Giulianelli di “Pietro Gori avvocato nei tribunali dell’Abruzzo e delle Marche”, Natale Musarra di “Pietro Gori in Sicilia”.
Gli atti del convegno, risultato di notevole interesse per chi intende approfondire la storia del movimento libertario, saranno editi, in tempi brevi, nei “Quaderni della rivista storica dell’anarchismo”.