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Categoria: Teatro
Creato Lunedì, 07 Novembre 2022

Chiara FranciniUna ragazza come io, recensione di Irene Carrubba e Eugen Galasso (n°257)

Di Chiara Francini  e Nicola Borghesi.  

Regia di Nicola Borghesi.

Con Chiara Francini.  Musiche originali dal vivo di Francesco Leineri, anche esecutore.

Chiara Francini, dottoressa in lettere, autrice di tre romanzi di indubbio successo, fiorentina, anzi di Campi Bisenzio, “ridente” cittadina della hinterland fiorentina, attrice affermata, ripercorre in questo spettacolo la sua vita. 

La ripercorre da quando era un embrione e aspettava di “sbocciare”, narrando le pene e le gioie di tale condizione, fino a divenire bambina, quando si rende conto di essere povera (un tema clou di questo spettacolo comico), ed essenzializzando i temi fondamentali di tale condizione: la merenda, ben più “libera” e meno rituale di pranzo e cena, e la merda, condizione umana buona e giusta, perché egualitaria, come la morte. Ma c’è anche l’amore per l’albero di Natale, con le luci elettriche alternanti. 

Si passa all’adolescenza/ giovinezza, con la secchiona Chiara che va al liceo classico, ma rimane povera proprio caratterialmente (si nasce poveri o si nasce ricchi, tertium non datur, secondo l’autrice) e inizia a frequentare, molto castamente, un ragazzo, che però poi la “tradisce” con una ricca; e mal gliene incolse, dovendo sopportare la tremenda vendetta di lei (zucchero nel motorino). 

Segue la maturità, quando Chiara, donna affermata (libri e successi nello spettacolo), è un’arricchita, con tutte le tensioni volte all’arricchimento (poltrona di lusso, fenicottero di plastica e, ovviamente, l’albero di Natale sempre luccicante anche in luglio); ma  l’origine povera si fa sentire con la vocina che dice “costa un occhio della testa...” e simili.  

Lo spettacolo si semichiude con una culla vuota e il desiderio, certo presente ma contenuto, pieno di giusti dubbi e incertezze, della maternità. Salvo che, dopo gli applausi, Chiara Francini canta e si esibisce in un ballo sfrenato. 

One-woman-show ottimo, pieno di brio e politicissimo più di tante tiritere “inquadrate”, con l’attrice dalla corporeità traboccante ma trattenuta, con l’apporto musicale elettronico perfetto del maestro Leineri. 

 

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