Nelle mani della sorte, recensione di Irene Carrubba e Eugen Galasso (n°259)
spettacolo di letture, musiche originali e proiezioni
produzione: Cooperativa Teatrale Prometeo
regia: Dario Spadon
interpreti: Francesca Camilla D’Amico e Dario Spadon
retroproiezioni: Ilaria Scarpa e Luca Telleschi
musiche originali di Tiziano Popoli
Prima Guerra Mondiale, che si vede sullo schermo retrostante con “immagini reali” e creazioni di luce, e si sente narrare dagli interpreti con testi (di Ardengo Soffici, Corrado Govoni, Carlo Emilio Gadda, Fausto Maria Martini e altri), canzoni (canta veramente bene Francesca Camilla D’Amico, oltre a saper recitare), musiche che sottolineano l’orrore della guerra.
Situazione oggi riproposta nello scenario dell’Europa Orientale (Russia contro Ucraina per ora...) ma anche nelle centinaia di microconflitti in corso nel vicino e lontano Oriente, in Africa etc..
Vite spezzate, come quella descritta nella poesia del soldato che si scusa con il compagno che ha ucciso, chiamandolo poi “fratello”.
Questa grande sinestesia narra un pezzo di storia, non solo “patria”, portandoci a leggere o rileggere i testi della letteratura italiana, spesso dimenticati, e divenendo dunque utile strumento anche per un pubblico studentesco; ma soprattutto ci ricorda come siano dannosi i grandi “mestatori”, da Gabriele D’Annunzio e Marinetti al Kaiser Franz Joseph, per limitarsi al periodo trattato da questo significativo spettacolo. In esso inoltre non è da trascurare la commemorazione di Silvio d’Amico, drammaturgo e fondatore dell’Accademia d’arte drammatica, che ricorda con tono dolente e critico la sua esperienza bellica, a testimonianza del fatto che anche un intellettuale cattolico non certo ribelle talora sa prendere posizione.