Un secolo di aggressioni, di Balanzino (n°90)
Zirudella, il Belpaese
non è nuovo a grandi imprese:
sul finir dell’Ottocento,
con il chiaro intendimento
d’un impresa coloniale,
mandò in Africa Orientale
Baratieri e i suoi soldati
che là furono suonati.
Ripetè quella follia
aggredendo la Turchia
e, di lì a poco, persino
l’austrungarico vicino.
Non contento, in pompa magna,
mandò truppe pure in Spagna,
in Etiopia, nei Balcani,
infangando gli Italiani.
Ma non era ancor finita:
poi, la Francia fu aggredita
e, in violenta progressione,
fu sfidata la nazione
più potente della Terra
dichiarandole la guerra.
Era troppo, e finì male.
E così sembrò normale
(fu anche messo per iscritto)
ripudiare ogni conflitto.
Sessant’anni son passati
e daccapo siam tornati:
vanno i militi italiani
nei paesi più lontani
a mostrar con la presenza
che l’Italia è una potenza
e sa farsi rispettare
in Europa ed oltremare.
I politici arroganti
credon d’essere importanti
e, sognando onore e gloria,
si dimentican la storia:
che è una storia di parole
e di neve sotto al sole,
d’aggressioni immotivate
e di fughe accelerate,
di pagliacci, di doppiezza
e di furti con destrezza,
di soldati allo sbaraglio
morti per un loro sbaglio
che però non si cancella...
tochedai la zirudella!