Diario libertario
Ogni anno da Piadena, di Alessio Lega
Piadena di tutti gli anni, Piadena nostra leggenda, Piadena ultimo rifugio della civiltà contadina, la sua ospitalità, la sua bellezza. Se non fosse un sostantivo per certi versi odioso parlerei di “aristocrazia” contadina.
La scoperta di Milano: omaggio a Enzo Iannacci, di Alessio Lega (n°157)
Ohé, sun chì, vegni giò con la piena
vegni gio chi a Milan, mi a Milan,
mi g’avevi du an, forse tri an a pena…
Ohé sun chì. Ma quan sunt arrivà chi, mi el terun…
Arrivavo anch’io, non precisamente bambino non proprio di due tre anni, ne avevo compiuti diciotto quando sono arrivato a Milano. E non era propriamente la vita di miseria degli immigrati degli anni ’50, quella di “Rocco e i suoi fratelli”, quella dei fratelli di mio nonno. Arrivavo per studiare grafica, disegno, per diventare fumettaro, con tutto un futuro delineato nella mia testa che poi non si è avverato.
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Canzoni d’amore o canzoni da amare?, di Alessio Lega (n°156)
...ma dico io
possibile che si possano cantare solo canzoni d’amore?
Intendo dire di quelle canzoni che vanno per radio, quelle dei cantanti che appaiono in TV, quelli accreditati a rappresentare “la canzone italiana”: gli “erosramazzotti”, “biaggiontonacci”, e compagnia cantante... Questi qui insomma, non hanno altro da dire ché declinare le centomila sfumature del loro grigio sentimento? No, perché fossi l’Amore mi verrebbe l’angoscia. Possibile che non ci sia alcun altro argomento, alcun fantasma, alcuna ossessione degna di essere cantata?
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Le storie dietro le canzoni: Frizullo, di Alessio Lega
Sognammo una Biblioteca di Babele. Ce l’hanno data. Come sempre le cose sognate sono meno meravigliose quando si realizzano, una caricatura un po’ grottesca e un po’ furbetta della brillante architettura utopica del sogno di Borges... di tutti noi, che in quella Biblioteca di Babele saremmo voluti vivere. Abbiamo la rete, abbiamo Internet. Piena di commercio senza scrupoli, di squallidi agganci pubblicitari, di fesserie senza fondamento, di complotti indimostrabili com’è, comunque c’è, e meno male che c’è.
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Saint Imier (agosto2012), di Alessio Lega (n°150)
I francesi fanno un rock-bandistico. Cioè sono musicisti di banda – “la Fanfare”, si chiama lì la banda - loro hanno una bella banda tradizionale, con un repertorio composto appositamente per loro, abitano in un paese prossimo a Poitiers e di quello vivono: degli spettacoli della loro banda.
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La canzone più bella del mondo, di Alessio Lega (n°147)
La canzone più bella del mondo l’ho cantata mentre gli spettatori uscivano, uno per uno, dallo stanzone nel quale eravamo a cantare. Si alzavano, uno per uno, anzi, una per una (era un pubblico tutto al femminile), e uscivano, mandandoci baci.
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Scighera parte 2: l'acqua e il canto, di Alessio Lega (n°146)
«C’era una crisi, noi eravamo figli di quella crisi e stavamo cercando una strada alternativa. Non stavamo cercando un’alternativa al centro sociale, stavamo cercando qualcosa che ci fosse congeniale».
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Scighera parte 1: la lotta contro lo sfruttamento di sè, di Alessio Lega (n°145)
«Penso veramente che il post-Genova 2001 sia stato il punto di partenza che ha portato a incontrarci su ipotesi comuni.
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La medaglia e il suo Roversi, di Alessio Lega (n°143)
Caro diario libertario,
che Roberto Roversi sia una delle più alte figure della storia della cultura in Italia negli ultimi 6 decenni mi pare indubitabile.
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Il bardo e lo stilita: Brancaleone a Chiomonte, di Alessio Lega (n°139)
Caro diario libertario
quest’estate sono stato a cantare dai No-TAV.
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L'assedio di via Savona (Milano, ottobre 2010), di Alessio Lega (n°136)
Fu proprio nel mezzo della nostra tragedia.
Era un periodo scuro, l’autunno a un anno dal matrimonio con Patrizia. In seguito a una mia esplosione di follia ci eravamo separati. Una notte mi butta fuori di casa. Piangevo un grande amore trasformatosi nel suo contrario.
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Ho incontrato il soldato Svejk , di Alessio Lega (n°135)
E si riparte belli-belli a fare la guerra!
Anche questa volta i bombardieri umanitari belli-belli prendono orgogliosamente il volo dalle basi italiane per andare a bombardare il dittatore di turno… un crudele, crudelissimo uomo.
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La carceri te Catanzaru ieu nun le sapia*, di Alessio Lega (n°134)
Kla-klang. Con un secco suono scrocchia la serratura alle mie spalle, come un catenaccio. Maestro, ci vieni a trovare lunedì prossimo?… questa frase m’insegue nel vuoto fuori. Poi, frastornato, corro al treno: Catanzaro Lido stazione. Sono in ritardo potrei non farcela. Gianluca che guida spinge sull’acceleratore.
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